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5 candidati del collegio uninominale Lazio 1 U02: Simonetta Matone (Lega)

Insegnante, giornalista e scrittore
5 candidati del collegio uninominale Lazio 1 U02: Simonetta Matone (Lega)

Continuiamo con la serie di interviste ai candidati del collegio uninominale Lazio 1 Uo2. Oggi spetta alla candidata del centrodestra, Simonetta Matone. Matone, classe 1953, è stata magistrato dal 1980 al 2021 quando si è dimessa dalla magistratura per entrare in politica. L’ex giudice della procura per i minorenni, divenuta nel 2015 Sostituto procuratore generale della Repubblica presso la Corte d’appello di Roma, ha ricoperto nel passato incarichi di vertice in più ministeri. È stata anche candidata (sconfitta dalla candidata del centrosinistra, Cecilia D’Elia) del centrodestra per le elezioni suppletive del seggio di Roma1, rimasto vacante dopo l’elezione di Roberto Gualtieri a sindaco di Roma. L’anno prima è stata candidata come vice-sindaco del candidato Enrico Michetti alle ultime Comunali. Il format rimane uguale: 7 domande di politica e attualità, un’ottava di Storia.

Qual è il suo giudizio su Mario Draghi come premier, oltre che la sua Agenda e il suo metodo?

Il Presidente Mario Draghi è un uomo delle istituzioni che in un momento delicato per la storia del Paese non si è tirato indietro rispondendo al richiamo del Presidente Mattarella. Ha messo a disposizione del Governo le sue conoscenze internazionali e ha avviato il PNRR fermo al palo. Non è un politico e per questo spesso non è riuscito ad entrare in sintonia con i partiti che componevano un’alleanza che aveva un orizzonte limitato alle elezioni 2023, anticipate di alcuni mesi. Il suo modo cortese ma un po’ algido non è quello che abitualmente si vede in un capo del Governo italiano. Ad alcuni  è apparso poco empatico. Quella che viene definita Agenda Draghi, a mio avviso, viene usata strumentalmente in campagna elettorale da alcuni partiti solo per contrastare l’avversario politico in ascesa.

Meglio l’operato di Conte o quello di Draghi?

L’ex Presidente Conte ha aperto la crisi è fatto cadere Draghi. Non ci sono altre interpretazioni. Draghi ha dovuto mettere mano a molti dossier lasciati aperti e per questo direi che il suo operato è stato diverso e migliore anche con il nostro sostegno. Oggi però l’Italia ha bisogno di una guida politica legittimata dalle elezioni. [A dire il vero, i due governi Conte erano legittimati sia dai risultati delle elezioni del 2018 che avevano visto il M5S diventare partito di maggioranza relativa, che dai voti di Fiducia delle due Camere, nota del giornalista].

La candidata di Forza Italia Rita Dalla Chiesa, intervistata su Rai Tre alla trasmissione “Mezzora in più” ha spiegato che, per lei, la famosa “divisione delle carriere per i magistrati” riguarda la loro possibilità di candidarsi in politica e poi di tornare a esercitare la funzione giudicante al termine del mandato politico. Non trova grave che chi si candida al Parlamento sia così a digiuno sui temi della Giustizia?

Questa domanda, contiene indirettamente una risposta che non posso dare poiché non ho visto quel programma e non conosco il contesto. Rita Dalla Chiesa è persona equilibrata ed esprime le sue posizioni con chiarezza e onestà.

Caro-bollette: cosa propone di fare nel breve, medio e lungo periodo?

Subito 30 miliardi a sostegno di famiglie e imprese se non si vuole che a fine anno tra licenziamenti e cassa integrazione, se ne spendano 100. Finora le risorse messe in campo dal Governo non sono ancora sufficienti. Come reperire i fondi spetta al Governo Draghi ancora in carica. Segnalo solo che il gettito che doveva venire dalla tassazione degli extra guadagni dei colossi economici finora ha recuperato un decimo di quello previsto. Forse la norma che lo introduceva va riscritta.

Cosa pensa delle posizioni sulla Giustizia che esprime il Polo Draghi di Calenda e Renzi?

Il Governo Draghi ha fatto una riforma della Giustizia, anche con il sostegno di Calenda e Renzi [in realtà Italia Viva si è astenuta sulla riforma Cartabia, ndg]. La Lega, come ha ben spiegato più volta la senatrice Bongiorno, giudica la riforma Cartabia un’occasione mancata come se lo scandalo Palamara non ci fosse mai stato. La Lega ha votato sì alla legge perché ha alcuni spunti positivi, ma è  fuori dalla realtà del tempo che viviamo.

La legge sulle unioni civili fu una grande conquista quando venne approvata ma oggi appare anacronistica. È in favore di passare a una legge sul matrimonio per tutti, come già in Francia, Spagna e molti altri paesi UE?

Sono sempre un magistrato, anche se mi sono dimessa per fare politica e sono abituata a rispettare le leggi approvate dal Parlamento. Sarà quello nuovo, espressione della volontà popolare [come anche l’attuale, ndg] a decidere se va modificata.

Qual è il singolo punto del suo programma personale a cui tiene maggiormente? Con quale maggioranza immagina di scriverlo in Gazzetta Ufficiale?

Credo che uno degli strumenti per  la ripresa economica sia la nostra proposta sulla flat tax. Non è vero che favorisce i ricchi. Introduce criteri di proporzionalità. Basterebbe leggere senza pregiudizi. Vero è, al contrario, che nei paesi dove si pagano meno tasse (quelle giuste) l’evasione fiscale scende. La maggioranza che scriverà il nuovo modello sarà quella di centrodestra se vinciamo le elezioni.

Cosa pensa del periodo secessionista della Lega Nord, quando l’obiettivo era l’Indipendenza della Padania, e Salvini diceva e andava in giro con la maglietta “Padania is not Italy”?

Eravamo ancora negli anni 90. [In realtà l’ultima volta che Salvini ha dichiarato che “Padania is not Italy” era il 2008, ndg]. Oggi il concetto di autonomia è molto più moderno e non quello degli slogan sulle magliette. Da trent’anni a questa parte la Lega ha fatto grandi passi in avanti. Il Paese, tutto, da Nord a Sud, le ha dato e le darà fiducia. Io ci credo.