Continuo a ritenere la proposta sul bonus ristorazione per acquisti 100% Made in Italy quella più funzionale a incrociare l’interesse delle imprese, nella ristorazione e nella filiera agroalimentare, e dei lavoratori. Attiva una spesa immediata pari al contributo erogato e genera un effetto moltiplicatore per il quadruplo delle risorse investite: a fronte dei 5mila a fondo perduto circa 20mila euro di fatturato.
La domanda è: il Governo preferisce garantire un contributo da 5mila euro a 180mila ristoratori per acquistare 1 miliardo di euro di prodotti agroalimentari 100% italiani e generare fatturati per circa 4 miliardi o spendere risorse enormi per tenere chiuse le aziende? Io non ho dubbi.
Davanti ai numeri catastrofici che arrivano da questo segmento, con il rischio dimezzamento delle aziende e una perdita di migliaia di posti di lavoro, propongo una misura immediata ed efficace, costruita apposta per garantire in modo automatico ristorazione, agroalimentare italiano, occupazione. Significa investire risorse per tenere aperte le aziende e le persone al lavoro, piuttosto che per tenere le saracinesche abbassate. Non comprendo dunque l’ostilità verso una proposta che, spronando ristoranti e pizzerie a restare aperti, incide più che positivamente anche sul turismo e sulla vita dei territori e dei centri storici, dove spesso si concentra, soprattutto nelle città turistiche e nei borghi, un’altissima percentuale di esercizi.
È del tutto evidente che mortificare con cifre inferiori la nostra richiesta di un miliardo, necessario a costruire in modo adeguato il Bonus Fondo Filiera Italia, vanifica del tutto l’efficacia e l’azione di una proposta apprezzata e valutata con favore dall’intero settore, rendendola insufficiente a rispondere alle criticità di cui dobbiamo e vogliamo farci carico. Il Decreto agosto deve essere caratterizzato da misure efficaci, capaci di agire in modo prioritario sulla ripartenza. Le risorse, ancora una volta rilevanti, che lo caratterizzano, devono avere come obiettivo il rilancio delle imprese e la tutela dell’occupazione. I 5mila euro a fondo perduto che vogliamo garantire alle circa 180mila imprese della ristorazione significano liquidità immediata per i ristoratori; sostegno immediato alle aziende agricole, agroalimentari, della pesca e dell’acquacoltura soprattutto nei segmenti di eccellenza più colpiti dalla crisi; ossigeno al mercato interno; contrasto allo spreco alimentare.
Immediato perché il meccanismo è semplicissimo: congruo anticipo al momento della domanda con presentazione dei documenti che attestano gli acquisti effettuati, saldo alla presentazione di quanto necessario a certificare l’acquisto. In questi mesi milioni e milioni di euro sono stati utilizzati per tenere le imprese chiuse e le persone a casa. È arrivato il momento di capovolgere questa logica: le risorse devono servire a tenere aperte le aziende per difendere processi produttivi, lavoro e occupazione.
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