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Discorso sul Pil reloaded

Discorso sul Pil reloaded

Nel 1968 Robert Kennedy pronuncia un discorso che rimane tra quelli più citati di sempre. L’allora senatore dello Stato di New York esprime la sua perplessità sull’adeguatezza del Prodotto Interno Lordo, come indice del benessere delle nazioni. Da allora, quelle parole si ritrovano nei meme sui social, nei siti di aforismi, nelle assemblee studentesche, in qualche discorso politico: “Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro Paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta”.

Abbiamo affrontato questo tema per la serie di interviste Lobby Non Olet di Telos A&S con l’imprenditore ed editorialista Chicco Testa.

La cifra stilistica di Testa è mettere in discussione quello che nel dibattito pubblico viene considerato indiscutibile. Sono note le sue battaglie a favore dell’energia nucleare, degli OGM e, recentemente, quella in supporto della corsa al progresso, che trova i suoi detrattori tra gli attivisti del movimento Fridays for Future.

Nel suo ultimo libro “Elogio della crescita felice. Contro l’integralismo ecologico” (Marsilio) contesta l’idea contemporanea che vede il benessere dell’uomo necessariamente come nemico del Pianeta. Anche sul Pil come parametro fuorviante, Chicco Testa ha da dire la sua: “Il Pil viene sempre un po’ criminalizzato. Si diceva che il Pil misura cose che non c’entrano niente con il benessere umano. In realtà il Pil, e quindi la crescita, è ciò che ti consente poi di comprare altre cose, di avere delle cure sanitarie di un certo tipo, di migliorare l’educazione tua e dei tuoi figli, di goderti il tempo libero”.

È vero che il Pil non tiene conto di elementi importanti della società come il lavoro domestico, il volontariato, l’ambiente e non dice molto su come la ricchezza è distribuita. Ma allo stesso tempo è vero che una transizione energetica è possibile se il Pil garantisce un certo margine di azione, perché ogni svolta epocale richiede investimenti e programmazione a lungo termine. Il discorso di Bob Kennedy rimane un momento di altissima oratoria e offre spunti di riflessione importantissimi. Ma una cosa è sicura. Con la povertà non si fa molto. Soprattutto non si fa la transizione ecologica.

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