L’Aula del Senato ha votato all’unanimità una mozione su occupazione giovanile a mia prima firma. È sempre un’emozione vedere in Parlamento tutte le luci verdi accese perché significa che tutti i partiti, pur nelle differenze, si battono per una causa comune. Il lavoro dei giovani è il nostro presente, non occorre aspettare il futuro. E dobbiamo occuparcene subito, e cioè il giorno successivo l’Accordo di Bruxelles, che rappresenta un risultato molto importante per l’Italia e per l’Europa intera. In un momento di grave crisi sanitaria ed economica, l’Europa dimostra, pur nelle differenze che abbiamo seguito negli ultimi giorni, il suo volto solidaristico di sostegno e di aiuto alla crisi più nera dal Dopoguerra ad oggi, lasciando anche intravedere un embrione di bilancio federale dell’Unione. E, quando si appostano delle risorse, si fa politica. Arriveranno risorse: preoccupiamoci non dei vincoli e dei controlli ma di usarli nel modo giusto per cambiare il nostro sistema Paese. Il Paese tutto deve dimostrare, in primis a se stesso, ai suoi concittadini e poi alla Comunità europea, che intende risollevarsi, ponendo al centro crescita, istruzione, sanità e lavoro. La comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio «Sostegno all’occupazione giovanile – Un ponte verso il lavoro per la prossima generazione» del 1° luglio 2020 è stata anticipatrice dell’Accordo di questi giorni. Se il lavoro è una parte preponderante della vita umana, un nostro tratto identitario che ci definisce come persone, questa condizione antropologica è ancora più veritiera per i giovani, che devono costruire il proprio futuro nella consapevolezza che il lavoro cambia la realtà, crea nuove idee, produce e trasforma le persone. Il lavoro è relazione con gli altri, è servizio, ha un impatto sociale, cambia il mondo, lo cambia da dentro e, se viene fatto bene, lo cambia in meglio. Per questo noi diciamo: lavoro e meno sussidi. I giovani avranno di fronte quest’anno quella che già viene definita “summer of nothing”, un’estate del nulla, in cui non potranno più approfittare della pausa estiva per accumulare esperienze extra universitarie, senza avere la possibilità di migliorare i curricula per l’ingresso nel mercato del lavoro. Il Covid ha spazzato via il “tempo della semina” della generazione del lockdown e ha portato alla sospensione o alla completa cancellazione di tirocini, eventi e scambi internazionali. L’Italia già prima della pandemia soffriva di un elevato tasso di disoccupazione giovanile, un alto numero di “neet” o di ragazze e ragazzi sottopagati al primo impiego e di cervelli in fuga. Ecco perché’ Italia Viva ha pensato a una mozione che impegna il governo a costruire un percorso di opportunità per i ragazzi e le ragazze. Dodici le priorità contenute nella mozione:
1) definire e approvare un grande piano industriale di investimenti in digitale e di transizione in economia verde, al quale sia connesso, quale parte essenziale e integrante, un piano per la formazione e la valorizzazione delle competenze dei giovani e l’occupazione giovanile;
2) rafforzare l’azione di governo già in corso al fine di provvedere al riassetto dei vari istituti connessi alla formazione e riqualificazione professionale, con una disciplina di sistema per un vero “sistema duale formazione-lavoro”, che abbia nelle principali esperienze europee comparabili significativi riferimenti culturali e legislativi;
3) istituire un piano per l’integrazione della “cultura digitale” quale insegnamento fondamentale presso tutti i cicli di istruzione superiore secondaria, per l’acquisizione , da parte dei giovanissimi, di una forma mentis e di una capacità di discernimento utili per un mondo nuovo;
4) adottare misure di sostegno per gli studenti universitari e le loro famiglie promuovendo il diritto allo studio e la riduzione delle tasse universitarie, a cominciare dall’immatricolazione;
5) incrementare e rafforzare gli istituti tecnici superiori e ad effettuare il contestuale coordinamento dei piani per la formazione con l’esperienza degli enti formativi che realizzano nei territori percorsi professionalizzanti brevi, “vocational master”, che nascono dal continuo dialogo con le aziende e che consentono di rispondere in tempi rapidi all’esigenza di competenze delle aziende;
6) rafforzare gli ammortizzatori sociali espansivi che possano tenere insieme accompagnamento alla pensione, ricambio generazionale e piani di formazione;
7) valutare l’opportunità di rendere obbligatorio il servizio civile;
8) predisporre uno specifico investimento sui giovani professionisti che scelgono di restare in Italia, con un accesso alle professioni che sia semplice e a predisporre le misure affinché tale lavoro sia congruamente retribuito, evitando forme di sfruttamento;
9) rafforzare l’azione di governo già in atto al fine di continuare il confronto con le parti sociali per definire una normativa unitaria a partire dalla tutela del lavoro sulle piattaforme digitali;
10) predisporre un grande progetto per l’imprenditorialità giovanile, compresa l’imprenditorialità sociale, concentrandosi, tra l’altro, su istruzione e formazione all’imprenditorialità, servizi di consulenza, mentoring o coaching per i giovani;
11) agevolare i percorsi parlamentari per una legge sulla parità salariale tra uomini e donne per valorizzare a pieno la preparazione e l’energia delle giovani donne;
12) introdurre nuove specifiche misure per il sostegno e l’incentivazione del lavoro.
Ora il nostro incessante impegno sarà per l’attuazione di queste proposte.
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