Quando ero bambino, la domenica sera si attendevano i risultati delle partite di calcio. Adesso si attendono le conferenze del Conte Casalino, a reti unificate.
Naturalmente, dato il grande rilievo che i nuovi eroi distopici hanno sulle nostre vite, tutta la rete, in questo momento, è in subbuglio. C’è la caccia all’ultima anticipazione, allo scoop; mascherina sì, anche di pezza; posso vedere un parente, ma solo a una certa distanza; posso incontrare un amico, ma solo se ha la casa sufficientemente grande.
Le informazioni sono ancora frammentarie, la tensione cresce, si ode già il rullo di tamburi, sono già pronte le telecamere all’Istituto Luce. Tuttavia, su di un punto, giornali ed agenzie stampa paiono concordi: CAMBIERA’ ANCORA L’AUTOCERTIFICAZIONE.
Assemblando i vari pezzetti di notizia, da adnkronos, ansa, corriere, riformista, fanpage, financo testate misteriose e sconosciute ai più, si riesce a fare una rapida sintesi: ci verranno indicate “nuove fattispecie” autocertificabili, le quali ci diano il brivido di una ritrovata libertà, ma pur sempre vigilata e condizionata.
Come ci ha tenuto a precisare il ministro Speranza (di nome e non di fatto, a quanto sembra), “non sarà un liberi tutti”.
Nell’elencazione delle nuove fattispecie, rimango particolarmente colpito dalla fantasia galoppante dei nostri eroi: “sarà possibile far visita ai parenti, a condizione non si tratti di riunioni familiari”. Cosa significa, di grazia? Che la domenica, tra un raviolo ed un polpettone, potremo far spazio a tavola ad un ligio poliziotto, il quale venga a certificare si stia solo libando, senza svolgere riunioni? Non sia mai che da tali assembramenti culinari ne possa discendere una pericolosa sovversione.
Colpisce, allo stesso modo, che il governo ci restituisca la possibilità di visitare gli amici, purché non siano più di due.
Si potrà invitare a cena una coppia con tre figli, ad esempio? Attenderemo il gran discorso di questa sera, a fugarci tali dubbi amletici, posto che coppie con due o tre figli sono, ormai, merce rara.
E fin qui, abbiamo scherzato.
Il tempo di giocare, tuttavia, pare finito da un pezzo.
Quandanche domani dovesse tornare tutto come un tempo, il confine sarebbe stato certamente varcato, irrimediabilmente.
Ma, vedete, ciò che più inquieta è, appunto, l’incertezza che traspare da questa eterna caccia alla notizia.
Qual è la caratteristica principale di una dittatura? Qualcheduno direbbe “la violenza”, qualche altro “la limitazione dei diritti”.
Bene, come ci ha ricordato Hannah Arendt, la prima caratteristica intrinseca alla dittatura è proprio l’INCERTEZZA del diritto.
Se analizziamo dall’inizio tutta la saga del Coronavirus, su tutti i fronti troveremo questo tratto: informazione incerta, precaria, incompleta.
Ci vengono forniti conteggi relativi a mortalità, contagi, ricoveri ospedalieri. Ma sono conteggi totalmente parziali, interpretabili, dubbi, carenti. Il tasso di mortalità è calcolato sui contagiati. Ma i contagiati sono un numero mistico, come il pi greco. Perché dipendono (forse) dai tamponi. Che alcuni giorni sono cospicui, altri totalmente inadeguati, diversi da regione a regione, a volte invocati, altre volte avversati.
Ci sono, inoltre, più fonti di dati, tutte ufficiali, e tutte in difformità tra di loro. L’Istat fornisce verità differenti da quelle della voce del Tiranno. La stessa ISS, tra le pieghe delle sue infografiche, lascia trasparire ulteriori verità, confliggenti con la Verità del pensiero unico.
I virologi litigano tra di loro. Personaggi totalmente dequalificati si vedono litigare con reali professori, che hanno dedicato una vita a sconfiggere patologie, arrivando anche vicini al premio Nobel.
L’organizzazione mondiale della sanità, dai noi rappresentata da un consumato attore, è l’epigona di questo caos.
L’emblema della teatralità è la mitica (oramai assurta a mito) mascherina, neo-maschera della tragedia in atto.
Ebbene, da queste verità parziali, dalla voluta ed ostentata incertezza, si è potuta attuare la presente dittatura. Tra le peggiori dittature mai esistite. In quanto, nella storia del genere umano non si è mai verificato un coprifuoco totale ed incondizionato.
Di fronte al ricatto sanitario, il popolo italiano si è uniformato. Il sottile sadismo del potere è giunto a privare gli italiani di due festività costituenti, che celebrano la libertà ed il lavoro, senza colpo ferire.
Per restare estremamente seri, aver consapevolezza che, tra i tanti, sono sospesi i servizi ambulatoriali, i centri scolastici per disabili, servizi essenziali ospedalieri come quelli dedicati alle psicoterapie mi lascia non solo incredulo, ma profondamente addolorato. Ferito.
L’ipocrisia più violenta in assoluto è quella che, in nome della tutela degli anziani, li vorrebbe reclusi, forse, per sempre.
Per questo, senza esitazioni, lo autocertifico: è dittatura.
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