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La lobby e il matrimonio di interesse

La lobby e il matrimonio di interesse

Quando si fa la lobby perfetta? Non quando gli interessi non vengono chiamati in causa ma, al contrario, quando gli interessi convergono. In questo settore, il matrimonio di interesse è la soluzione ideale. Per la nostra rubrica Lobby Non Olet, ne abbiamo parlato con Jacques Moscianese, che cura i rapporti istituzionali del Gruppo Intesa Sanpaolo.

Moscianese ha fatto luce su un aspetto di solito trascurato nel racconto del mestiere del lobbista. Il pensiero diffuso su questo lavoro è infatti che gli operatori del settore siano principalmente concentrati sul “far passare” una norma che favorisca l’azienda per la quale lavorano. Un concetto che non è sbagliato, ma è drammaticamente incompleto.

È vero che il responsabile degli affari istituzionali di un’azienda propone al decisore pubblico l’emendamento a una norma o la scrittura di una nuova norma. Ed è vero che l’intervento che propone va incontro all’interesse particolare dell’azienda che rappresenta. Manca, però, una terza verità. Eccola: è altrettanto vero che il bravo professionista, prima di portare una proposta al legislatore, studia quale possa essere la convergenza tra l’interesse particolare della propria azienda e, a seconda dei casi, l’interesse generale dei cittadini o dei consumatori o di altre aziende del settore. Sì, anche di altre aziende. E non c’è niente di male, se consideriamo che queste aziende producono merci, servizi, lavoro… in poche parole, fanno girare quell’economia di cui tutti raccogliamo i frutti.

Jacques Moscianese racconta in questo modo la sfida che caratterizza il suo lavoro: “La difficoltà è proporre soluzioni che non siano soltanto positive per il Gruppo che rappresento, ma che siano positive per l’intero sistema. Ed è questo lo stimolo maggiore che la mia attività mi pone tutti i giorni […]. Oltre agli interessi della banca, noi valutiamo sempre, forse in primis, l’interesse generale”. Moscianese è un santo o tale vuole apparire? No, non lo credo affatto. Almeno non lo è per questo aspetto. Quello che racconta è semplicemente il modo normale e professionale di gestire questo lavoro, nel quale il matrimonio deve essere sempre di interesse.

 

 

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