Un torre, tanto fumo.
È questo il primo frame (la seconda torre sarebbe stata colpita poco dopo) di quell’11 settembre di 20 anni fa di quel giorno che ha cambiato per sempre il corso della storia.
Ricordo bene che passai l’intero pomeriggio a guardare quelle immagini facendo zapping tra le varie edizioni straordinarie dei tg con un senso di incredulità perché, in quelle tragiche ore, abbiamo assistito, in mondovisione, a un attacco sul suolo americano.
La sensazione che accompagnò me e, credo, il mondo intero fu quella della scintilla che avrebbe portato allo scoppio della Terza Guerra Mondiale, sicuramente, per la prima volta in vita mia, ho avvertito la paura di entrare in una dimensione che avevo studiato solo sui libri di storia, una dimensione che sembrava tanto lontana.
Gli anni successivi hanno smussato quel pensiero, ma è innegabile che gli eventi, purtroppo, ci hanno insegnato che questa guerra a pezzetti ha avuto tante fasi, ha vissuto di tanti momenti, è stata fatta di tante situazioni.
A distanza di due decadi è ancora l’Afghanistan, Paese in cui si concentrò la reazione di America e Occidente, a essere in primo piano per un finale che nessuno si sarebbe mai aspettato.
Cos’è cambiato in questi 20 anni? Domanda banale che non può trovare risposta tra le poche righe di un articolo, c’è però un punto che si è consolidato: la paura non ha vinto, la paura non può vincere, la paura non vincerà.
Mai!
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