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L’autonomia differenziata vista da una lobbista

L’autonomia differenziata vista da una lobbista

Decentrare o non decentrare, questo è il problema? Non solo. Il problema è come farlo. Per il nostro mensile PRIMOPIANOSCALAc abbiamo parlato di autonomia differenziata con il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga. Oggi al secondo mandato, gode di grande popolarità e si è posizionato al vertice di gradimento dei cittadini nella classifica Governance Poll 2024 del Sole24Ore.

La legge sull’Autonomia Differenziata o Legge Calderoli (n. 86/2024) è stata molto criticata e ha aperto un dibattito pubblico, che ha portato alla raccolta di firme per indire un referendum per abrogarla. La critica più diffusa è che penalizzerebbe le regioni del sud e favorirebbe quelle del nord. “L’autonomia differenziata è un’opportunità per tutto il Paese, da nord a sud. Abbiamo visto, anche durante le emergenze che ha vissuto il nostro Paese, prima fra tutte la pandemia, come le Regioni, in alcuni settori, siano in grado di dare risposte più efficaci e rapide. Quindi mi sfugge veramente la posizione di alcuni soggetti politici contrari all’autonomia, a meno che non si tratti solamente di speculazione politica. Infine raccontare la novella che il sud sarebbe penalizzato credo sia ingeneroso verso il mezzogiorno e, soprattutto non vero” afferma Fedriga.

Non entro nel merito politico, ma guardo la questione in base alla mia esperienza di lobbista. Questa legge pone alcuni punti di attenzione, ad esempio per quanto riguarda le materie alle quali può essere applicata. Le competenze che possono essere trasferite alle Regioni includono sanità e welfare, istruzione e formazione, ambiente e territorio, infrastrutture e trasporti, gestione delle risorse idriche e dei rifiuti. Ad esempio, le politiche ambientali potranno essere gestite in maniera diversa in ogni Regione, nel bene e nel male. Ma cosa accadrà, per dirne una, alla gestione degli argini di un fiume che ne attraversa più di una? Quegli argini non possono essere tutelati da politiche diverse! E per le infrastrutture? Prendiamo i porti. È vero che sono posizionati in una regione specifica, ma è anche vero che sono funzionali ad aree molto più vaste.

Massimo Bordignon e Leonzio Rizzo della voce.info confermano la dichiarazione di Fedriga: “con l’autonomia differenziata non diminuiranno le risorse per il Sud”. Tuttavia pongono il problema delle società con sedi in diverse regioni (Quali sono i pericoli dell’autonomia differenziata, 23 luglio 2024). La nuova legge può comportare una regolamentazione diversa da Regione e Regione sui temi del commercio con l’estero, la sicurezza sul lavoro e la previdenza complementare e integrativa. In questo caso, l’azienda in questione potrebbe doversi comportare in modo diverso nelle varie sedi. In un caso del genere il ruolo del lobbista potrebbe essere davvero essenziale. Ogni nuova legge comporta una fase di attuazione che, dal punto di vista della mia professione, è ancora più delicata della legge stessa.