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L’eternità di Roma vuol dire anche futuro

L’eternità di Roma vuol dire anche futuro

Il quartiere Eur di Roma era stato definito da Mussolini “l’olimpiade della civiltà”. Nasce come luogo per ospitare l’Esposizione Universale del 1942, che non venne mai realizzata a causa della guerra, nella quale lo stesso Mussolini aveva avuto la malaugurata idea di trascinare il nostro Paese. La Terza Roma doveva essere vicina al Mediterraneo ed esaltare la potenza dell’ideologia fascista. Il progetto era pensato per “rimanere nei secoli, con edifici che avranno le proporzioni di San Pietro e del Colosseo”, affermava il duce in un discorso al Campidoglio il 20 aprile 1939.

Per anni, questo quartiere di Roma ha scontato la sua origine fascista e non è mai realmente decollato come centro di attrazione per i romani e per i turisti. In realtà è un luogo artisticamente unico al mondo. Un esempio di razionalismo architettonico che raccoglie le opere di grandi artisti italiani, come Piacentini, Morbiducci e Prampolini, solo per citarne alcuni. Per la nostra testata mensile PRIMOPIANOSCALAc, abbiamo parlato del futuro di questo quartiere con Angela Cossellu, amministratore delegato di EUR SpA. Sì, abbiamo parlato del futuro, non del passato. Perché la splendida e maltrattata Roma, oggi più che mai, ha bisogno di proiettarsi in avanti. “Grazie anche alla Nuvola, l’EUR che nasce come vetrina internazionale di architettura moderna, per poi diventare centro direzionale, può dirsi uno dei luoghi più attrattivi della città. In questa cornice il Giubileo del 2025, oltre ad essere un evento di grandissima rilevanza spirituale e sociale, rappresenta una concreta possibilità di sviluppo” ha commentato Cossellu.

Sono stata recentemente alla fiera “Più libri, più liberi” e ho avuto modo di vedere con i miei occhi un quartiere in cui gli edifici storici sono stati ripuliti e restaurati e i vecchi grattacieli, che rischiavano di diventare spettrali, finalmente tornati a nuova vita. Dal mio punto di vista, l’Eur ci mette di fronte a due criticità. Da una parte ci fa fare i conti con la “cancel culture”, la cultura della cancellazione di un passato italiano impossibile da digerire. Dall’altra pone la città eterna di fronte alla sfida della sua stessa eternità che, per definizione, non può guardare solo al passato.

L’apertura dell’acquario, nei pressi del laghetto, potrebbe rappresentare un’ulteriore risposta a queste due problematiche. Aspettiamo di vedere le meraviglie del mare; di chiudere i conti con il passato, senza dimenticarlo e di proiettarci nel futuro. Tutto questo grazie all’Eur.