Se è vero che essere europei vuol dire essere liberi, è altrettanto vero che mai come in questi mesi ci siamo resi conto di quanto la mobilità sia un bene prezioso. Giusto attraverso la sua assenza, sperimentata durante il lockdown, ci siamo accorti di quanto fosse inestimabile la nostra vita prima del covid.
All’improvviso: chiusure delle frontiere, impossibilità di muoverci da uno Stato all’altro, controlli e verifica dei documenti, respingimenti. Circostanze che avevamo dimenticato. E che forse, in tempi di populismi facili, è stato un bene tornare a conoscere. Perché così si capisce il valore fondante dell‘Europa e della libera circolazione.
È una questione ideale. Ma anche economica. Non sono pochi i settori che stanno risentendo fortemente della mancata circolazione di mezzi e persone. A partire dal turismo, che proprio in Italia preannuncia numeri drammatici. Anche per questo, per tutte le donne, gli uomini e le imprese che vivono del comparto turistico, è giusto sostenere la ripresa il prima possibile. In sicurezza, ma con un veloce ritorno alla normalità.
Ora che si può tornare a circolare liberamente in gran parte degli Stati Europei, non sprechiamo questa rinnovata opportunità. Torniamo a viaggiare. Torniamo a conoscere e scoprire. È possibile farlo in sicurezza.
Proprio per fare in modo che le cittadine e i cittadini d’Europa si sentano tranquilli nel poter visitare altri Stati, la Commissione Europea ha creato uno strumento che tutti possono consultare. È la piattaforma ‘Re-open EU’, accessibile sia come sito che come app e disponibile in tutte le 24 lingue dell’Unione. Sulla piattaforma sarà possibile consultare tutte le informazioni legate all’emergenza Covid relative ad ogni singolo Paese. Comprese le eventuali restrizioni di viaggio. In questo modo, chiunque potrà programmare gli spostamenti di lavoro o le prossime vacanze estive in tutti i Paesi europei.
Per superare l’emergenza sanitaria abbiamo dovuto sacrificare per mesi la nostra abitudine a sentirci figli di un luogo più grande del singolo Stato. Quel luogo che si chiama Europa e che è diventata la nostra casa. Ora, con le dovute accortezze e misure di sicurezza, possiamo tornare a vivere questa dimensione.
Smettere di viaggiare vorrebbe dire anche fare il gioco di quei populisti che ci vorrebbero rinchiusi nei nostri recinti nazionali. E che, nella loro retorica sovranista, sono stati già smentiti dall’elevato livello di risorse che la Commissione Europea e la Bce hanno messo a disposizione per fare fronte al coronavirus.
Oggi, più che mai, ci sentiamo cittadini di una grande Unione. E ne siamo profondamente grati, consapevoli di quanto l‘Europa sia utile, anche e soprattutto in momenti di difficoltà. Adesso riapriamo i confini, superiamo le paure. E guardiamo con ottimismo alle riaperture dell‘Unione Europea.
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