BLOG

L’Italia di Draghi, un’Italia che vince

Senatrice
L’Italia di Draghi, un’Italia che vince

“Italia, c’è magia nell’aria”. Che belle le parole della nostra ginnasta Vanessa Ferrari, medaglia d’argento a Tokio dopo aver superato cinque infortuni e il Covid. E a poche ore di distanza da due ori che ci hanno emozionato. Quelli nei 100 metri di Marcell Jacobs e nel salto in alto di Gianmarco Tamberi, anche lui reduce da un grave infortunio. I nostri atleti sono emblema di quanto, proprio nei momenti difficili, ci si possa rialzare e vincere.

Esattamente come sta facendo l’Italia. Che con il governo Draghi sta dimostrando tutta la tenacia di un Paese che aveva già in sé le caratteristiche necessarie per ripartire. Ma al quale mancava la giusta leadership per compiere uno scatto in avanti. L’arrivo del nuovo esecutivo ha segnato il cambio di passo che serviva. Finalmente abbiamo voltato pagina su tanti fronti fondamentali. Vaccini. Recovery. Credibilità internazionale.

Affidando la campagna vaccinale al generale Figliuolo e alla Protezione Civile, si è raggiunto e superato l’obiettivo delle 500mila inoculazioni al giorno. Oggi abbiamo oltre il 60 per cento della popolazione immunizzata e la copertura totale prevista per fine settembre. Gli italiani all’estero si sono potuti vaccinare in Italia. O concludere qui il ciclo vaccinale. Il nostro green pass italiano è stato lanciato ancor prima del termine previsto a livello europeo. E anche il certificato vaccinale di chi proviene dal Regno Unito, dopo un’iniziale empasse, viene riconosciuto nel nostro Paese. Le italiane e gli italiani sentono che l’economia comincia a ingranare. Tanto che a luglio la fiducia di imprese e consumatori ha fatto registrare massimi storici. Sopra Francia e Germania.

Il nuovo Piano nazionale di ripresa e resilienza italiano è stato approvato dalla Commissione europea con il massimo dei voti, la A. Merito delle riforme strutturali e delle misure finalmente concrete e ambiziose inserite nel Pnnr dal nuovo esecutivo. Ma anche della credibilità internazionale di cui gode il premier Draghi. E dalla quale trae giovamento l’Italia tutta, tornata ad avere il rilievo internazionale che le spetta. Non siamo solo noi a dirlo. Ma ce lo riconoscono osservatori e media. A partire dal Financial Times che ha parlato dell’Italia di Draghi come un “modello europeo”.

Con una leadership autorevole, il nostro Paese sta infatti impostando l’agenda europea. Pensiamo a quanto avvenuto a febbraio. Quando Draghi ha sorpreso molti diventando il primo leader europeo a bloccare le esportazioni di vaccini Covid-19 fuori dall’UE. Una decisione rischiosa, arrivata mentre si stavano accendendo le tensioni tra la Commissione europea e il Regno Unito sulle forniture di vaccini. Ma che è stata rapidamente sostenuta da Parigi. E ha di fatto offerto una base alla Commissione per chiedere controlli più forti sulle esportazioni.

Mentre fino a pochi mesi fa il nostro Paese era percepito come debole, per la mancata volontà di procedere a riforme strutturali, e anche per un atteggiamento troppo ondivago in politica estera, oggi l’Italia è tornata in Europa. Ed un’Europa forte ha bisogno di un’Italia forte. Soprattutto in una fase storica come quella attuale. Caratterizzata da una Germania post-Merkel con un percorso ancora incerto ed una Francia in attesa delle elezioni nazionali tra meno di un anno.

Perciò, mentre festeggiamo gli ori olimpici e gli Europei azzurri, prendiamo in prestito dai nostri campioni tutta la loro tenacia. Ci servirà nei prossimi mesi. Per portare a termine le grandi sfide che ci siamo prefissati. Completamento della campagna vaccinale. Immunizzazione di massa. Modernizzazione del sistema Paese e della pubblica amministrazione, attraverso gli investimenti del Recovery Plan. Tutti capitoli sui quali siamo già partiti con il piede giusto.

È proprio vero, è un’estate magica per l’Italia. Non solo nello sport.

Perché, se c’è un traguardo che più di tutti vale la pena di festeggiare, questo traguardo è l’Italia di Draghi. Un’Italia che ci crede. Che corre. Che combatte.

E che vince.