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L’Italia è ancora una repubblica parlamentare?

L’Italia è ancora una repubblica parlamentare?

Il Parlamento è stato progressivamente svuotato di competenze e autorevolezza? Nulla di nuovo, è un fenomeno di lungo corso. A colpi di decreti legge e questioni di fiducia infatti gli esecutivi hanno fagocitato l’attività del Parlamento, lasciando pochi margini a deputati e senatori per intervenire sui provvedimenti.

Ma la situazione è ancora più grave: infatti anche quando deputati e senatori avrebbero la possibilità di modificare i disegni di legge o i decreti, spesso non possono farlo. Perché? Perché i gruppi parlamentari hanno iniziato a ‘contingentare’ il numero di emendamenti da presentare e a ricorrere sempre di più alla possibilità data dai regolamenti di tutte e due i rami del Parlamento di ‘segnalarne’ solo alcuni che andranno posti al voto. E degli altri cosa si fa? Nulla, vengono ignorati. Se da una parte questa prassi ha disincentivato l’ostruzionismo – veniva presentato un numero spropositato di emendamenti solo per rallentare i lavori – dall’altro ha ulteriormente ridotto lo spazio per il confronto democratico.

Quando un governo pone la questione di fiducia, lega il suo destino all’approvazione del provvedimento. Ancora oggi in molti pensano che serva a ricompattare la maggioranza in situazioni eccezionali, ma in realtà viene sempre più utilizzato per velocizzare il dibattito, e assicurare l’approvazione di leggi “calde”, ma soprattutto per evitare che gli emendamenti presentati vengano votati. Si vota un testo di legge e viene approvato così com’è!

L’apoteosi si raggiunge con la legge di Bilancio dove vige ormai la totale assenza di dibattito e di contributo da parte del Parlamento. Quest’anno qualcosina alla Camera è stato possibile farla. Ma, quando noi lobbisti abbiamo contattato i senatori, per giunta solo sulla base dell’esperienza, perché a causa dei tempi strettissimi le nostre richieste di incontro sono state inviate ancor prima di sapere chi fossero i relatori e di conoscere la scadenza dei termini per la presentazione degli emendamenti, la risposta che ci è stata data da TUTTI è stata: “ma è sicura di volerci incontrare? Noi non toccheremo palla al Senato, il testo approvato sarà identico a quello uscito dalla Camera!”. La stessa risposta, solo sostituendo Senato a Camera, ci è stata data l’anno scorso, e quello prima ancora, e prima prima ancora…

Che l’esecutivo (governo) abbia piano piano rubato il ruolo al legislativo (parlamento) è evidente anche dalla lettura di alcuni numeri: ad esempio nella XIX Legislatura (13 ottobre 2022 – 13 gennaio 2025) delle 176 leggi approvate, 131 sono di iniziativa governativa (il 74,4%), 43 di iniziativa parlamentare (il 24,4%) e 2 di iniziativa mista (1,1%). Anche qui nulla di nuovo, queste percentuali sono perfettamente in linea con quelle dei governi precedenti: ad esempio con gli esecutivi Conte II e Draghi la percentuale di leggi di iniziativa governativa ha raggiunto livelli record, ben l’85%.

Tutto, da molti anni, si decide, di fatto, a livello governativo. Quindi mi domando, l’Italia è ancora una repubblica parlamentare?

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