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Manca coraggio. E la fertilità crolla ancora.

Avvocato e Presidente "Consiglio per la Parità di Genere"
Manca coraggio. E la fertilità crolla ancora.

Sono da giorni, mesi, anni, decenni che assistiamo al crollo demografico italiano (dagli ultimi dati Istat la fertilità si è ancora ridotta scendendo sotto la già minima soglia di 1,20 figli per donna) ma è solo da qualche tempo che chi si occupa di finanze, economia e welfare ha lanciato l’allarme irreversibile per la tenuta dei conti. Ministri e Istituti di previdenza parlano chiaro e dicono che siamo vicini al punto di non ritorno. Cosa significa? Che le pensioni e più in generale il welfare così come oggi lo intendiamo (meta pretesa dai nati a metà del 1900) non esisteranno più con il crollo socio – assistenziale pubblico.

Di fronte a questi allarmi, chi si dovrebbe occupare di misure per incrementare la natalità dorme sonni tranquilli, forse già rassegnato all’inevitabile o forse noncurante per sua avanzata età, distrae la massa con misure palliative che vanno sotto il nome di “bonus”. E così oggi per un neonato si ha diritto al bonus natalità, al bonus scuola, al bonus cultura… Tante piccole mancette che sono l’alibi perfetto per dire di aver “aiutato” ma che, di fatto, non spostano di una virgola le percentuali di filiazione che hanno limiti ben precisi: l’assenza di sostegno strutturale alla parità di genere, redditi bassi e l’assenza di misure volte alla fertilità.

In altre parole, parliamo di lavoro, di pari opportunità e di medicina. Questi mancanti. In oltre un ventennio di contumacia, non si è mai compreso davvero se quello a scarseggiare è il coraggio di una nuova visione integrata o la volontà di aggredire un tema che è sempre stato mascherato da “tendenza sociale” e mai chiamato col suo vero nome ovvero “problema” indotto dalla società dove, come ripete in loop il Presidente del Forum delle Famiglie Gigi de Palo, “chi non vuole avere figli è libero di farlo ma tanto non vale per chi all’opposto li vuole”.

Un po’ di coraggio e visione arrivano (come sempre) da due Regioni a Statuto speciale (quasi a dire che la sperimentazione te la devi poter permettere) che sono il Trentino Alto Adige e la Valle d’Aosta. La prima apripista con un progetto familiare di mutuo soccorso comunitario con tanto di griffe dei Comuni maggiormente virtuosi (che così possono essere anche più attrattivi per nuovi residenti), l’altro strutturando azioni sociali. E a livello nazionale cosa si sta facendo? Dobbiamo rassegnarci a questo stillicidio assistendo inermi ai vari Schettino che scappano per primi dalla nave?

La risposta è affermativa e strizza l’occhio ai tanti, tantissimi giovani che stanno scappando dall’Italia (siamo tornati come ai primi anni del 1900…) e a misure integrative per una maggiore regolarizzazione degli stranieri che, quantomeno, possano confondere i numeri di una popolazione residente che cadono in basso come in un precipizio. Coraggio. Questo manca. Che ognuno lo declini come crede.

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