BLOG

Meglio che l’Europa sia forte

Meglio che l’Europa sia forte

Il cruccio numero uno dei comunicatori della Commissione Europea è far capire agli europei che cosa fa l’Europa per loro e perché, malgrado le differenze culturali e linguistiche, conviene stare insieme.

Lo spiega l’ex Ministro dell’Interno e attuale presidente della Fondazione Med-Or Marco Minniti, con un’efficacia difficile da reperire tra i vari scritti che trattano questo tema. Con Telos A&S, lo abbiamo intervistato per il foglio mensile PRIMOPIANOSCALAc.

Tra le varie argomentazioni, Minniti fa riferimento al ruolo di Russia e Turchia, i nostri due vicini di casa che hanno tradotto le loro ambizioni in riarmo e nazionalismo, accompagnate da un desiderio di controllo del Mediterraneo, recentemente diventato il vero cuore della geopolitica a scapito del Pacifico. “Per misurarsi con Russia e Turchia la scelta più sbagliata sarebbe che l’Europa reagisse in ordine sparso, cioè che ognuno pensi di potersi misurare da solo”. La prova che i due Paesi non siano esattamente due realtà da trascurare è che il neopresidente americano Joe Biden ha inserito nella lista dei suoi primi incontri personali proprio Vladimir Putin e Recep Tayyep Erdogan.

“Non sfugge a nessuno che Turchia e Russia – per usare il termine più prudente possibile – sono delle democrazie non compiute” aggiunge Marco Minniti. E, allo stesso modo, non sfugge a nessuno che rappresentino Paesi strategici dal punto di vista geografico e politico, ma che siano caratterizzati da economie deboli. Secondo gli esperti, questa combinazione, abbinata alla deficienza democratica, li rende ancora più temibili. Lo ricorda Fulvio Scaglione in un recente articolo sull’Avvenire, nel quale ci fa riflettere sul fatto che la Russia, malgrado sia il Paese più esteso del mondo, abbia un prodotto interno lordo come quello dell’Italia e un decimo di quello degli Usa; mentre la Turchia, nonostante i proclami populisti, sta affrontando un’importante svalutazione della moneta (Cosa deve capire l’Occidente dei piani di Russia e Turchia, 28 luglio 2021).

Se guardiamo la situazione da questo punto di vista, proviamo un senso di rammarico e frustrazione nel pensare che il progetto europeo perda pezzi identitari da tutte le parti e che sia messo in discussione da chi vuole farci pensare che da soli saremmo più forti. O da quei governi europei che non solo lo pensano, ma agiscono di conseguenza, e da soli, anche in quelle aree. Quando invece, malgrado i vari limiti, stare insieme è la nostra unica e ultima scelta. Fortunatamente c’è ancora qualcuno che ha la pazienza di spiegarci perché.