Perché ha ragione Teresa? La ministra delle politiche agricole Teresa Bellanova è, in queste ultime ore, al centro di una vera e propria tempesta mediatica. No, questa volta nessuno ha ironizzato sul suo aspetto fisico. (Per fortuna) c’entra la politica. O meglio, c’entra la sua proposta di “regolarizzare” qualche centinaia di migliaia di braccianti, ad oggi irregolari, ma che già lavorano nei nostri campi. Che già contribuiscono a far arrivare il pomodoro o la mela che stai mangiando mentre mi stai leggendo, per capirci.
Ma andiamo per ordine. Quando parliamo di “regolarizzare” parliamo innanzitutto di legalità. Parliamo di portare lo Stato, e quindi la legalità, dove lo Stato non è ancora arrivato. In Italia sono tanti, troppi gli esseri umani vittime del cosiddetto caporalato, ossia una forma illegale di reclutamento di manodopera per mezzo di intermediari. I caporali, appunto. E questo la ministra Bellanova lo sa bene. Chi meglio di lei può saperlo? Lei che da quando aveva la mia età, nel pieno dell’adolescenza, si è ritrovata bracciante nella sua Puglia.
Ecco secondo me questo non è un punto secondario. Teresa Bellanova sa di che parla.Un punto a favore di Teresa.
Ciò detto, la regolarizzazione, come dicevo, per noi è sinonimo di legalità. Regolarizzazione per noi è sinonimo di seconda opportunità. Quella stessa seconda opportunità che proprio Teresa ha ricevuto d’ala vita. Una vita che ha passato a combatterlo il caporalato. Ecco io sono convinto che la parola d’ordine in questa fase sia seconda opportunità.
Le critiche. Ad ogni buona proposta, corrispondono sempre delle critiche. A chi dice “prima gli italiani” vorrei dire: giusto. Ditelo prima agli Italiani. Ditelo agli italiani che nei campi ci lavorano per davvero che siete pronti a sacrificare una buona parte dei loro diritti e dei loro salari per la vostra opposizione vuota e priva di contenuti.
Ho passato la giornata di ieri su Twitter a monitorare l’andamento dell’hashtag #Bellanova. E ho scoperto qualcosa di molto interessante
Questi sono i primi due tweet che ho trovato sotto l’#Bellanova. Entrambi, così come moltissimi altri (vedere per credere), sono profili direttamente riconducibili alla pagina @Mov5Stelle, la pagina ufficiale del movimento. Oggi, dalle 1230 in poi, molti di questi profili si sono come “riattivati” per twittare contro la ministra. Guarda caso tutti rigorosamente con #Conte e #Crimi (leader del Movimento, schieratosi proprio in tarda mattinata contro la proposta). Stesso meccanismo anche per la vicenda Bonafede/Di Matteo.
Discorso a parte meriterebbe la gestione della notizie da parte dei telegiornali Rai, che hanno preferito lasciar spazio a quattro e dico quattro contestazioni esplicite nell’edizione delle 20. Senza ovviamente diritto di replica alla ministra. Ma non voglio fare polemica su questo. Il livello del giornalismo in Italia è noto a tutti.
Insomma, l’impressione è che questa proposta non sia piaciuta ai nostri alleati di governo. Molti hanno taciuto. Molti altri hanno fatto parlare i bot di Twitter per loro. Oggi quello che mi sento di dire agli amici del Movimento 5Stelle è di provare a mettere tutto da parte. L’odio per Renzi, l’esperienza di governo con Salvini, tutto. Io penso che oggi il nostro Paese, non la ministra Bellanova, non Matteo Renzi, non Vito Crimi, tutto il Paese, abbia l’opportunità di fare davvero un passo in avanti. Un grande fronte si è creato intorno alla ministra Bellanova, a partire da quella sinistra che non voterà mai Italia Viva.
Siamo pronti a mettere da parte gli egoismi per far fare un passo in avanti al nostro Paese? Siamo pronti a vivere in un Paese un po’ più giusto? Io sì. Io so in che Italia vorrei vivere. Io questa battaglia la faccio mia in quanto italiano. Io sto con Teresa Bellanova. Voi altri?
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