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Più anziani, per fare che? E’ proprio un’età da inventare, parola di mons. Paglia!

Giornalista e saggista
https://www.edizpiemme.it/libri/leta-da-inventare
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La vecchiaia fa paura, porta con sé le ansie legate alla salute, alla solitudine, all’inoperosità. La scienza allunga questa età della vita ma chi si occupa della “qualità” della vita degli anziani? Il contenuto è tutto nel titolo: l’età da inventare. La vecchiaia, spiega mons. Vincenzo Paglia, è un’età tutta da inventare. I progressi della medicina ci regalano più anni di vita. Ma per fare cosa? Il tema è attualissimo, perché in Italia la popolazione anziana – sopra i 65 anni – raggiunge il 23,4% del totale cioè stiamo parlando di ben 13,9 milioni di persone. L’Italia, ci dicono le cifre, dopo il Giappone, è il secondo paese al mondo per numero percentuale di anziani. È un cambiamento epocale. Il libro entra nei dettagli, come è giusto che sia, per farci capire la portata della svolta epocale che stiamo vivendo.

Il libro esce martedì 19 ottobre ed è unico nel panorama della saggistica. Tratta un tema di stringente attualità, oggi ignorato. Abbiamo dimenticato le migliaia di anziani morti durante la pandemia? Non dobbiamo scordarcene! Mons. Paglia (Presidente della Pontificia Accademia per la Vita e della Commissione governativa per gli anziani) ha la straordinaria capacità di sapersi rivolgere a tutti, credenti e non credenti. Ha scritto non solo un testo ben documentato, con cifre e analisi, passando in rassegna autorevoli studi ed interventi. Ma soprattutto ha una lucida visione sociale e politica per un tema che risulterà sempre più centrale, proprio a partire dal numero crescente di anziani in Italia.

C’è un passaggio che fornisce il senso del libro: “L’allungamento degli anni di vita apre notevoli prospettive per l’edificazione di una società più umana, con gli stessi anziani che devono partecipare a tale edificazione. Molte sono le teorie sul “perché” invecchiamo, quel che a me pare importante sottolineare è il “come” invecchiamo; ossia come affrontare i trent’anni in più di esistenza che abbiamo guadagnato. Già da ora gli studiosi iniziano a dividere in tre la “terza età”: “giovane vecchiaia” (dai 65 ai 75 anni), “media vecchiaia” (dai 75 agli 85) e “vecchia vecchiaia” (dagli 85 in avanti). Insomma, abbiamo moltiplicato anche la vecchiaia. Una cosa è certa: per la prima volta nella storia umana sta sorgendo un popolo di centenari. E non abbiamo riferimenti o modelli a cui guardare”.

Quindi la vecchiaia è un’età “da inventare”: un compito per la politica, l’economia, la società, la cultura. E nel libro le “piste” concrete sono molte. Mons. Paglia racconta storie ed esempi vividi tratti dall’esperienza  della Comunità di S. Egidio. Ci sono poi toccanti storie di vita quotidiana, di emarginazione ma anche di mani che si collegano insieme, e si stringono, tra giovani e anziani. Non manca, in tutte le pagine, la prospettiva, la visione della speranza. Soprattutto nella parte conclusiva, quando l’Autore mette in luce in che modo la Chiesa dovrebbe fare di più per occuparsi degli anziani, dedicando loro una specifica attenzione. Perché gli anziani sono una risorsa, una ricchezza, ci fanno capire molto su noi stessi, sulla società, sul presente e sul futuro che dobbiamo costruire.

Vincenzo Paglia, L’età da inventare, Edizioni Piemme, pp. 240. Euro 17,50.

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