Ecologia contro economia. Per troppo tempo è stata raccontata la favola dell’impossibilità di conciliare il rispetto del creato (per dirla come Papa Francesco) e gli interessi economici. Ma è un’idea vecchia, figlia di un modello industriale novecentesco.
C’è una parola che viene utilizzata dagli studi su questo tema ed è “disaccoppiamento”. Sembra la classica fuorviante cattiva traduzione dall’inglese, invece è un termine chiave che fa comprendere il fenomeno. Si parla infatti di “disaccoppiamento” quando la crescita economica non implica un aumento delle emissioni o del consumo di risorse. È quello che è successo nel nostro Paese, come emerge da un recente studio pubblicato dall’Istat. Secondo l’istituto di ricerca, nel 2023 la crescita del Pil è stata del +0,7%, mentre è calato il consumo di energia del 4,1%; le emissioni di gas climalteranti si sono ridotte del 5,3% e il consumo materiale interno (ossia la materia usata per far girare l’economia) ha avuto una flessione del 6,4% (Istat, Economia e ambiente: principali indicatori – Anni 2021-2023).
Per il foglio mensile di Telos A&S PRIMOPIANOSCALAc, abbiamo parlato di sostenibilità ambientale con il Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. Il ministro ha sottolineato come le scelte ambientali debbano andare di pari passo con le scelte economiche: “Per risolvere le grandi questioni globali è essenziale integrare l’ambiente nelle scelte economiche, perché solo così possiamo garantire uno sviluppo sostenibile a lungo termine. Un esempio concreto è la transizione energetica: investire nelle energie rinnovabili, come l’eolico, il solare e l’idroelettrico, non solo riduce le emissioni di CO2, ma crea anche nuove opportunità economiche e posti di lavoro, rendendo il nostro sistema energetico più sicuro e resiliente.”
Ma come si comporta l’Italia? C’è ancora molto da fare, ma risultati più che incoraggianti vengono dal riciclo. Siamo infatti il primo Paese europeo in questo campo, con un tasso di riciclo dell’85,6%, mentre la media Ue si ferma a un misero 48,8%. Un primato che dovremmo ricordare ogni volta che cediamo alla tentazione di autocommiserarci come un paese arretrato e sfortunato. «Non ci sarà una nuova relazione con la natura senza un nuovo essere umano. Non c’è ecologia senza un’adeguata antropologia» Ci ricorda Francesco nell’enciclica Laudato si’. Per raggiungere questo obiettivo, riconoscere che ecologia ed economia non remano l’una contro l’altra è già il primo passo.
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