BLOG

Se il prof del Liceo Righi di Roma vessa lo studente israeliano

Insegnante, giornalista e scrittore
Foto Mauro Scrobogna /LaPresse
16-02-2022 Roma, Italia

Stando a quanto riporta il Corriere della Sera, un professore di Storia e Filosofia del Liceo Scientifico Righi, forse il più prestigioso liceo scientifico della capitale d’Italia, avrebbe vessato un suo studente italo-israeliano, “colpevole” di avere un punto di vista diverso da quello del docente sull’attuale crisi fra Israele e Hamas, in Palestina. Il collega avrebbe preso di mira lo studente additandolo al resto della classe come controparte del suo discorso manicheo in cui Israele rappresenta tutto il male e Hamas tutto il bene. Sembra che il docente abbia addirittura inserito il nome e cognome dello studente in una traccia di un tema sottoposto alla sua classe, in cui avrebbe chiesto agli studenti di analizzare e contestare la visione del ragazzo sulla crisi.

 

Come insegnante di Storia e Filosofia, prendo le distanze da questo collega che diffonde notizie di cronaca poi smentite (il bombardamento dell’ospedale di Gaza da parte degli israeliani) come fossero fatti storici oggettivi. Noi professori di liceo abbiamo un codice deontologico da osservare che impone il rispetto etico dei nostri studenti e il divieto di ogni e qualunque discriminazione su base etnica, politica, sociale e di classe. Chi scambia la cattedra per un palco politico non ha, a mio avviso, la saggezza e lo spessore per insegnare in un liceo pubblico.

 

Ho tenuto anche io una lezione sul conflitto israelo-palestinese insieme al collega di Religione del liceo dove insegno, durante un’ora in cui svolgevo la funzione di docente di materia alternativa alla religione cattolica; il prof di Religione e io siamo riusciti a presentare uno dei temi più controversi in assoluto raccontando in meno di un’ora i fatti storici che hanno portato Israele a estendere manu militari il suo territorio. Nessuna propaganda in favore di tizio o caio, nessun tentativo di condizionare i nostri discenti. Anzi: abbiamo fatto presente quali sono alcune delle ragioni e dei torti di ambedue le parti, lasciando ai cervelli dei nostri studenti la facoltà di farsi una propria opinione. E, ça va sans dire, non è passato nemmeno nell’anticamera delle nostre teste quello di isolare uno studente israeliano o ebreo o palestinese per trasformarlo in una nostra ipotetica controparte e indicarlo al pubblico ludibrio.

 

Gli adolescenti delle scuole secondarie superiori sono spesso delle tabule rase. Se anziché insegnare loro i fatti storici, ricordando loro che ogni fatto viene con una sua interpretazione, gli si offre solo una nostra interpretazione che ha risvolti anche nel pensiero politico, si fa tre volte un disservizio: verso gli studenti, verso la professione e verso la democrazia.

 

***AGGIORNAMENTO*** Fra quando post è stato scritto (il 31 ottobre) e poi pubblicato (il 1° novembre), è intervenuta su FanPage un’integrazione da parte di alcuni studenti del Liceo Righi che hanno contestato la versione dei fatti apparsa sul Corriere della Sera e qui commentata. Gli studenti sostengono, fra l’altro, che il docente “non ha mai assegnato un tema per commentare le posizioni di un compagno di classe italo-istraeliano”. Il resto dei fatti non è però contestato e quindi la riflessione sul necessario senso di equilibrio che ogni docente deve osservare quando decide di condividere con la classe argomenti di attualità rimane valida.