Un tempo per noi, per cambiare, per ricominciare. Per una nuova economia, per un lavoro rinnovato. Semplicità nella complessità, deve essere il nostro paradigma. Nella complessità dei primi provvedimenti del governo, ci siamo scoperti come uno Stato complicato, non semplice. La vita delle cittadine e dei cittadini, delle lavoratrici, dei lavoratori, delle imprese, del mondo del terzo settore è ardua quando bisogna ottenere un assegno, un’autorizzazione, un finanziamento, un sostegno. E allora usiamo il tempo amaro dell’epidemia per noi, per cambiare. Naturalmente noi politici abbiamo sulle nostre spalle la responsabilità anche del cambiamento degli altri, della collettività. É necessario fare un diario della crisi del presente per costruire sia un futuro immediato che gli anni a venire.
Nel “diario della crisi” annoveriamo sicuramente le lungaggini nell’ottenere la cassa integrazione, per l’assegno ai lavoratori autonomi, per gli aiuti di Stato alle riconversioni industriali , il sito dell’Inps andato in tilt. Potrei continuare. Ma bisogna cambiare. Occorre un unico ammortizzatore sociale per tutte le imprese, per ogni lavoratore o lavoratrice, per tutte le tipologie contrattuali, semplificando tutte le casse integrazioni oggi esistenti. E aggiungere al più presto tutele per chi non le ha ancora, come colf e badanti. Semplifichiamo le procedure alle aziende per ottenere liquidità. Aboliamo inutili autorizzazioni, lavorazioni delle domande che richiedono tempi non giustificabili dall’emergenza del sostegno al reddito e, in generale, in un Paese democraticamente accessibile.
Nell’immediato futuro c’è bisogno della formazione nei periodi di cassa integrazione, per non lasciare indietro nessuno nell’era dell’industria 4.0. Sono necessari orientamento e formazione anche in modalità tecnologica per chi percepisce Naspi (Nuova Assicurazione sociale per l’impiego) e Reddito di cittadinanza. Molte di queste proposte sono state fatte in Parlamento, nelle prossime settimane sarà fondamentale insistere per cambiare e non solo per affrontare l’emergenza ma per il nostro prossimo futuro. Infatti presto saranno vincenti ingegnosità e resilienza, in altre parole: rapidità nella creatività e capacità di adattarsi al cambiamento. Avremo un’economia mutata: ci sarà da soddisfare la domanda di consumi nuovi a partire dai dispositivi di protezione sanitaria, commercio al dettaglio, nuove modalità di ospitalità per viaggi, cinema, teatri, palestre. Si costituiranno spazi nuovi attraverso Smartworking, diverse relazioni industriali, gerarchie di potere orizzontali, figlie di un tempo rinnovato. Analogamente alle nostre personali crisi esistenziali, facciamo tesoro della sofferenza di questa terribile pandemia per uscirne migliorati.
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