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Preti, tecnologie, vita. Un viaggio dietro le quinte della Pontificia Accademia per la Vita

Giornalista e saggista
Preti, tecnologie, vita. Un viaggio dietro le quinte della Pontificia Accademia per la Vita

Che ci fa un prete nel mondo (virtuale e reale insieme) fagocitante, pervasivo, luccicante, dell’intelligenza artificiale e delle mille diramazioni che legano la tecnologia alla vita di tutti i giorni? Un prete ci sta bene, se si chiama don Andrea Ciucci, e lavora alla Pontificia Accademia per la Vita, impegnato come è a portare avanti  e coordinare (dietro le quinte) il progetto che collega l’etica e la difesa e promozione della vita, agli sviluppi delle tecnologie emergenti e convergenti, come le ha definite una volta Papa Francesco. Don Andrea ha pubblicato un libro in cui racconta gli incontri, i dibattiti, i viaggi, che in questi anni hanno consentito alla Pontificia Accademia per la Vita di entrare con impegno  sapienza nel mondo della tecnologia più di frontiera: robotica e intelligenza artificiale.

In poco più di 100 pagine si sviluppa un racconto fatto di incontri e riflessioni in cinque continenti,  con addentellati nelle più poderose organizzazioni internazionali, dalle Nazioni Unite alla Fao. Senza mai dimenticare che l’obiettivo del lavoro è di entrare nelle questioni tecnologiche con un approccio etico, sottolineando in che modo le tecnologie impattano i problemi concreti. Ad esempio le tecnologie quando riguardano la salute (maggiori possibilità per chi può permetterselo, crescente esclusione – un digital divide brutale – per chi non ha o ha minori possibilità economiche); oppure le tecnologie in relazione alla produzione agricola e quindi con riflessi immediati sull’alimentazione: illuminanti le pagine che raccontano gli incontri e l’impegno della Fao in questo settore.

Obiettivo del libro è di presentare il lavoro che ha portato alla firma della Carta di impegno per un approccio etico all’Intelligenza Artificiale – la cosiddetta Rome Call, promossa dalla Pontificia Accademia per la Vita (con il suo presidente mons. Vincenzo Paglia) e firmata il 28 febbraio 2020 da Microsoft, Ibm, Fao e governo italiano. Un lavoro che continua per allargare la platea dei firmatari e degli aderenti.

Tuttavia il libro è anche occasione per cogliere due aspetti centrali di tali attività. A partire dalla domanda che è anche il titolo: Perché lei è qui? Per l’autore la domanda vuol dire: cosa c’entra un sacerdote nei tavoli di lavoro sulla tecnologia? Per noi la domanda è diversa: perché la Chiesa si occupa di tecnologie? La risposta ha due aspetti.

Il primo: la tecnologia impatta sulla qualità della vita di ogni donna ed uomo. Come ha detto Papa Francesco proprio alla Pontificia Accademia per la Vita nel 2019: vi dovete occupare delle tecnologie emergenti e convergenti. “Esse includono le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, le biotecnologie, le nanotecnologie, la robotica. Avvalendosi dei risultati ottenuti dalla fisica, dalla genetica e dalle neuroscienze, come pure della capacità di calcolo di macchine sempre più potenti, è oggi possibile intervenire molto profondamente nella materia vivente. Anche il corpo umano è suscettibile di interventi tali che possono modificare non solo le sue funzioni e prestazioni, ma anche le sue modalità di relazione, sul piano personale e sociale, esponendolo sempre più alle logiche del mercato. Occorre quindi anzitutto comprendere le trasformazioni epocali che si annunciano su queste nuove frontiere, per individuare come orientarle al servizio della persona umana, rispettando e promuovendo la sua intrinseca dignità” (Lettera Humana Communitas, paragrafo 12).

Secondo: questo impegno è parte di un approccio più ampio che si chiama “bioetica globale”. Come spiega bene don Andrea Ciucci. “se si vuole riflettere sulla qualità delle scelte che ognuno di noi compie ordinariamente non si può non pensare in chiave globale” in quanto “abbiamo imparato sulla nostra pelle l’assoluta interdipendenza delle nostre vite (ce lo ha insegnato un microscopico virus cinese) e il feroce impatto che esse hanno sul pianeta in cui viviamo”. Dunque è indispensabile “pensare in chiave globale” e in chiave globale ragionare sulle scelte etiche. “Per questo in Accademia il tema è stato esplicitato e quotidianamente ci si confronta con donne e uomini di tutte le nazioni, di tutte le culture, di tutte le fedi”.

La lettura del libro consente di saperne di più, entrando con l’occhio dell’osservatore privilegiato dietro le quinte di un affascinante, complesso, delicato, universale scenario, che cambierà non solo il mondo ma le vite quotidiane di ognuno di noi.

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Andrea Ciucci, Scusi, ma perché lei è qui?. Storia di intelligenze umane e artificiali, Terre di Mezzo Editore, Milano, 125 pagine, 14 euro. Da segnalare la prefazione della prof.ssa Maria Chiara Carrozza, Accademica della Pontificia Accademia per la Vita ma soprattutto Presidente del Consiglio nazionale delle Ricerche.

In un passaggio della prefazione – un vero e proprio approfondimento che introduce il lettore nelle problematiche del volume – sottolinea che il valore aggiunto del progetto della Pontificia Accademia per la Vita raccontato nel libro è nell’essere “una spinta a cercare di cambiare i  destini dell’umanità, studiando come le tecnologie abilitanti, l’intelligenza artificiale, la data science, il quantum tech, la robotica, possano contribuire a rendere migliore la nostra esistenza, lottare contro la disuguaglianza, essere uno strumento di pace piuttosto che una causa di sofferenza”.

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