«Autonomi e Partite Iva: proposte del libro bianco». All’appuntamento con questo titolo, presso la SDA Bocconi a Milano, si sono incontrati studiosi e imprenditori, giuristi e rappresentanti degli Autonomi e Partite Iva: il mondo delle partite Iva mette insieme grandi numeri, avrebbe milioni di associati, ma rimane debole se non assume una voce univoca davanti alla politica. La Bocconi, tempio laico della cultura d’impresa, ha visto sfilare le ragioni di questo esercito silenzioso, convocato dall’ex senatore azzurro Eugenio Filograna. I saluti istituzionali sono stati affidati al Ministro per la coesione territoriale, le politiche europee e il Pnrr, Raffaele Fitto che ha rivolto un messaggio di incoraggiamento ai promotori del percorso che porterà alla redazione del primo Libro bianco degli Autonomi e Partite Iva in Italia.

Il Ministro Raffaele Fitto si è così rivolto ai presenti: «Ci siamo più volte sentiti con il Presidente Filograna che ringrazio per aver promosso il percorso verso il Libro bianco. Ci tengo a sottolineare che il nostro governo ha sensibilità sul tema degli autonomi e delle partite Iva: puntiamo alla riduzione della pressione fiscale, alla certezza del diritto, alla ridefinizione del rapporto tra fisco e cittadino, all’attrazione di capitali esteri. I tanti spunti che si possono trarre sin d’ora dallo studio presentato a Milano offrono l’occasione per un prossimo incontro».
Il Presidente del Centro Studi Autonomi e Partite Iva (Csapitalia), dott. Eugenio Filograna, ha illustrato i numeri che inquadrano il fenomeno delle Partite Iva in Italia, presentando un rilevamento realizzato da SWG e una elaborazione del Centro Studi sull’evasione fiscale – che, dati alla mano, «non esiste, ma viene spesso percepita come derivante dagli omessi pagamenti degli autonomi». Csapitalia ha dimostrato come buona parte degli omessi versamenti siano effetti e non cause del malfunzionamento dello Stato. « I ritardi dello Stato nel pagare i fornitori con Partita Iva, gli oneri e le spese legali a cui questi ultimi devono fare fronte, gli errori di attribuzione tributaria, la burocrazia con l’erronea ripetizione di adempimenti sono stati calcolati in misura molto maggiore della presunta evasione : anche ammettendo 30 miliardi di evasione l’anno a solo carico di Autonomi e Partite Iva, queste sarebbero comunque a credito di 110 miliardi di euro da parte dello Stato », ha dettagliato il presidente di Csapitalia, Filograna.

«Abbiamo messo i nostri dati insieme con gli studiosi della Bocconi per definire la macro entità del mondo degli Autonomi e Partite Iva, che sono circa 4.700.000 in Italia. Sono state numerose le posizioni chiuse nell’ultimo anno, molte le difficoltà a fare fronte a un sistema fiscale oppressivo. Dopo la pandemia e il lockdown la metà delle piccole aziende e delle Partite Iva non è tornata a fatturare come prima. In molti prevale sfiducia e delusione: in alcune categorie, come per i negozianti, oltre il 50% delle Partite Iva si pente di averla aperta, e un dato ancora più significativo riguarda i giovani che prendono sempre più le distanze dal lavoro autonomo, allontanandosi dalla cultura d’impresa. Bisogna prendere atto delle criticità del presente per iniziare a lavorare alle soluzioni del futuro», ha concluso Filograna.
Hanno poi preso la parola per una disamina puntuale dei dati il professor Carlo Altomonte, il professor Carlo Alberto Carnevale Maffé, il professor Stefano Riela, tutti e tre afferenti alla SDA Bocconi. Dopo di loro, l’avvocato tributarista Nicola Fortunato, docente presso l’Università degli Studi di Bari, «Aldo Moro».

In conclusione ha preso la parola Letizia Moratti, già Sindaco di Milano e figura di riferimento del mondo imprenditoriale lombardo e non solo.
«Grazie a questa ricerca si può aprire un punto di attenzione da parte della politica e delle istituzioni», ha detto introducendo il suo intervento Moratti. Che ha proseguito lodando l’iniziativa: «Avete prodotto un grande lavoro, su formazione e semplificazione si può aumentare il valore aggiunto : devono essere pensate apposite piattaforme tecnologiche, lo dobbiamo indicare a chi ha responsabilità di governo. E fare impresa deve tornare ad essere uno degli obiettivi più desiderabili dai giovani». Lo sguardo di Letizia Moratti è poi andato al prossimo appuntamento delle elezioni Europee. «Ci vuole un’Europa migliore. Che sappia offrire soluzioni concrete per un mercato del lavoro unico che parta dalla flessibilità delle partite Iva, capaci di spostarsi per seguire progetti e di arricchire con la loro dinamica tutto il mondo dell’impresa», ha concluso Letizia Moratti.
Questo esercito di quasi cinque milioni di italiani, i più attivi, i più produttivi, ha bisogno di essere rappresentato. La manovra è stata fatta senza consultarli, anche quest’anno. Senza emendamenti, non una delle loro istanze è stata accolta. Autonomi e partite Iva non possono rimanere un grande corpo senza testa.

 

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.