L’aereo Boeing 737 Max è stato soprannominato “volo maledetto” perché negli anni si è reso suo malgrado protagonista di diversi incidenti, anche mortali. Ora torna al centro dei riflettori dopo l’incidente capitato al volo 1282 dell’Alaska Airlines, costretto a un atterraggio di emergenza all’aeroporto di Portland, nell’Oregon, in seguito allo scoppio di un finestrino di un portellone d’emergenza poco dopo il decollo

L’incidente dell’Alaska Airlines e lo stop di tutti i voli

Il 6 gennaio un Boeing 737 Max 9 dell’Alaska Airlines è stato costretto all’atterraggio di emergenza 20 minuti dopo il decollo per l’esplosione del portellone di un’uscita di sicurezza posteriore disattivata. Non c’è stato alcun ferito ma la compagnia aerea con sede negli Usa ha fermato precauzionalmente tutti i suoi 65 Boeing 737 Max 9, un modello già al centro di questioni di sicurezza. Poco dopo la Federal Aviation Administration (Faa), l’agenzia Usa preposta alla sicurezza aerea, ha annunciato di aver ordinato la messa a terra temporanea di 171 velivoli in tutto il mondo, disponendo ispezioni immediate prima che possano tornare in volo. Boeing ha avuto difficoltà negli ultimi anni con problemi tecnici e di controllo della qualità legati ai suoi modelli 737 Max

I problemi e gli aerei fermi in tutto il mondo

A dicembre invece il gigante dell’aviazione Usa ha comunicato alle compagnie aeree che gli aeromobili Max dovevano essere ispezionati per verificare la presenza di componenti allentati nei sistemi di controllo del timone dell’aereo dopo che un operatore internazionale aveva scoperto un bullone con un dado mancante durante la manutenzione di routine. Nelle ore successive si sono moltiplicate in tutto il mondo le compagnie aeree che hanno deciso di lasciare a terra i loro Boeing 737 Max. Dalla Turkish Airlines alla Aeromexico, fino alla panamense Copa Airlines  e l’Agenzia nazionale per l’aviazione civile brasiliana. Si parla di semplici blocchi a titolo precauzionale, una pausa in grado di permettere i necessari controlli tecnici.

Gli incidenti mortali e le conseguenze

Nel 29 ottobre 2018 ci fu il disastro del volo Lion Air 610, in Indonesia, che provocò 189 morti. L’anno dopo, l’11 marzo 2019 cadde un aereo della Ethiopian Airlines 302, con 157 vittime. Ambedue gli incidenti, avvenuti a pochi minuti dal decollo, erano dipesi dal cattivo funzionamento di un software di pilotaggio automatico per il quale i piloti non avevano ricevuto una formazione adeguata. Subito dopo il disastro della compagnia etiope alcuni Paesi decisero di chiudere lo spazio aereo a tutti i 737 Max. In particolare, l’Europa decise il blocco dei modelli di 737 Max 8 e 737 Max 9 nel suo spazio aereo. Negli Stati Uniti lo stop arrivò subito dopo, il 14 marzo 2019. Una misura che si estese immediatamente a tutto il mondo ed ebbe gravi effetti per l’immagine e per i conti dell’azienda produttrice

I componenti allentati e il crollo in borsa di Boeing

Lunedì Boeing è crollata a Wall Street. I titoli del colosso dell’aviazione americana sono arrivati a perdere oltre l’8%. E in giornata è emerso che United Airlines nel corso delle ispezioni suoi suoi Boeing 737 Max 9 ha rinvenuto dei bulloni allentati. Anche Alaska Airlines ha dichiarato di aver trovato problemi strutturali, nello specifico dei pezzi allentati, durante le ispezioni preliminari su alcuni aerei Boeing 737 MAX 9

 

Redazione

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