Bolsonaro, dopo le rivolte ecco il piano per sfuggire alla giustizia: c’è l’ipotesi di “fuga” in Italia con la cittadinanza

Cosa farà Jair Bolsonaro? L’ex presidente del Brasile, che il suo successore Lula considera quantomeno “l’istigatore” dell’assalto di domenica ai palazzi del potere di Brasilia, dal Parlamento alla Corte Suprema, rivolta fermata solo grazie all’intervento dell’esercito contro un fiume di manifestanti bolsonaristi, dalla fine di dicembre a questa parte si è rifugiato negli Stati Uniti.

Una fuga ad Orlando, in Florida, due giorni prima che scadesse il suo mandato presidenziale. Un modo anche per evitare di dover presenziare alla cerimonia di insediamento dello stesso Lula il primo gennaio scorso, alla quale l’ex presidente di estrema destra era assente.

Attualmente Bolsonaro, che ha definito “eventi spiacevoli” le rivolte di Brasilia e che ha preso le distanze dagli attacchi dei suoi sostenitori, dopo aver soffiato per mesi sul fuoco delle teorie del complotto sul voto, è ricoverato in ospedale per dolori addominali, ma dovrebbe essere dimesso in pochi giorni.

Sarà quello il momento chiave: cosa farà Bolsonaro? Tornerà in Brasile dove rischia seriamente di essere processato o tenterà di restare negli Stati Uniti? Oppure cercherà l’appoggio di qualche altro stato estero?

In Brasile l’ex presidente è già indagato per abuso di potere e altre accuse, che precedono le elezioni e non riguardano l’assalto al Parlamento di domenica. Ma è altamente probabile che, in quanto ispiratore dell’assalto alle istituzioni brasiliane dei suoi sostenitori, Bolsonaro possa trovarsi al centro di nuovi procedimenti giudiziari.

Il ruolo degli Stati Uniti

Un ruolo chiave l’avrà la posizione degli Stati Uniti in questa vicenda. Bolsonaro sarebbe entrato nel Paese con un visto di tipo A-1, riservato ai capi di stato o di governo: smettendo però di avere ruoli governativi durante la sua permanenza, Bolsonaro avrà 30 giorni per lasciare il Paese o chiedere un altro tipo di visto.

Al momento appare probabile che l’amministrazione Usa guidata da Joe Biden non accetti una eventuale nuova richiesta di visto da parte dell’ex presidente brasiliano. Le richieste al presidente sono anzi di segno opposto: la nota deputata di sinistra Alexandria Ocasio Cortez, che fa parte dell’ala socialista del Partito Democratico, ha detto che “gli Stati Uniti dovrebbero smettere di offrire rifugio a Bolsonaro in Florida”.

Un rifugio in Italia?

È in questo scenario che si inserisce il nostro Paese. Qui 14 mesi fa Bolsonaro si vide conferire la cittadinanza onoraria ad Anguillara Veneta, in provincia di Padova: l’ex presidente del Brasile può contare infatti su antenati veneti (da parte paterna) e anche toscani (da parte materna).

Per questo su diversi media brasiliani è stata evocato la possibilità per Bolsonaro di rivolgersi all’ambasciata italiana a Brasilia per ottenere la cittadinanza italiana e sfuggire alle indagini.

Secondo il settimanale Istoè e il quotidiano O Globo, “tutta la famiglia Bolsonaro intende ottenere il prima possibile il rilascio della cittadinanza italiana presso l’Ambasciata d’Italia a Brasilia e venire in Italia il prima possibile“.

Com’è noto anche dalla vicenda dell’ex terrorista rosso Cesare Battisti, tra Italia e Brasile non c’è un accordo bilaterale per l’estradizione.

Al momento però ad Anguillara Veneta non è arrivata nessuna richiesta formale della famiglia Bolsonaro e la sindaca, Alessandra Buoso, non ha ancora voluto commentare le indiscrezioni apparse sui quotidiani brasiliani.

A commentare la situazione intricata è stato invece il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha sottolineato come l’ex presidente Bolsonaro “non ha mai chiesto la cittadinanza italiana, poi ci sono delle leggi. Ci sono persone che hanno diritto a chiederla, ma lui non l’ha richiesta”.