Prima un ordigno fatto esplodere alle 11 di domenica sera 24 novembre, poi il blitz nelle prime ore del 25 novembre contro i reduci dei clan Esposito-Marsicano e Carillo-Perfetto. Ore movimentate a Pianura, periferia ovest di Napoli, dove un forte boato è stato avvertito in tutto il quartiere. Si tratta di una esplosione avvenuta all’estero di uno stabile al civico 86 di via Nabucco. Non risultano feriti, crollato invece l’ingresso dell’edificio dove, stando a quanto ricostruito, risiede Antonio Lago, 48 anni, figlio di Giorgio Lago e nipote del boss Pietro Lago (scomparso nel 2014), scarcerato negli anni scorsi. Lago jr è scampato ad un agguato a fine agosto 2023 quando i killer spararono in via Sartania per uccidere sia lui che un 25enne incensurato. Le indagini sono affidate al commissariato di Pianura e alla squadra mobile.
Il blitz dopo la bomba: arresti nei due clan
Squadra Mobile, guidata dal primo dirigente Giovanni Leuci, che nella notte ha poi eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia guidata da Nicola Gratteri, nei confronti di 15 esponenti dei clan Esposito-Marsicano e Carillo-Perfetto protagonisti negli scorsi anni (2021-2023) di una violenta faida che ha provocato omicidi ancora senza mandanti ed esecutori materiali (Tonino Zarra, Andrea Covelli, Antonio Esposito, Antonio Gaetano), stese quotidiane, sequestri di pusher e richieste di pizzo. I 15 sono gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, tentato omicidio, detenzione e porto di armi da fuoco, estorsione, utilizzo illecito di apparati telefonici in stato di detenzione e spaccio di stupefacenti.
Nessuna svolta nell’omicidio Andrea Covelli
Bisogna premettere che, anche se viene citato nel comunicato diffuso dalla procura, l’operazione di oggi non risolve l’omicidio di Andrea Covelli, 27enne incensurato, probabilmente il punto di non ritorno della faida perché accese l’attenzione anche nazionale sulla malavita pianurese. Il ragazzo, fratello di un pusher dei Carillo-Perfetto, venne sequestrato all’esterno di una cornetteria di Soccavo, scortato in scooter nel vicino quartiere di Pianura, interrogato e poi ucciso da killer ancora oggi ignoti. Il suo corpo venne ritrovato il primo luglio 2022, due giorni dopo la scomparsa denunciata al Riformista dalla mamma Rosaria Vicino, in una selva di via Pignatiello.
Le estorsioni dal carcere: zero denunce
Dei 15 arrestati delle scorse ore (13 in carcere, 2 ai domiciliari) la maggior parte sono riconducibili al gruppo Esposito-Marsicano. Nel corso dell’indagine, condotta dal vice Questore Giuseppe Sasso (I sezione Criminalità Organizzata Squadra Mobile Napoli), è emersa la perdurante condotta camorristica del clan Esposito-Marsicano, che è riuscito a rigenerarsi mantenendo costante il controllo armato del territorio a Pianura anche attraverso alleanze con esponenti criminali del vicino quartiere di Soccavo. Nello specifico si sono evidenziate numerose estorsioni (alcune delle quali partite da soggetti in stato di detenzione mediante cellulari illecitamente ottenuti) ai danni di attività commerciali della zona. Su quest’ultimo aspetto va segnalato che non risultano denunce di richieste di pizzo da parte di commercianti o imprenditori.
Il tentato omicidio di ‘biscotto’: Antonio Gaetano ucciso un anno dopo
Nel corso delle indagini è stato anche cristallizzato il tentato omicidio di Antonio Gaetano, detto biscotto, avvenuto il 24 agosto 2022 da parte di esponenti riconducibili al clan Carillo-Perfetto. Gaetano, 20 anni, venne poi ucciso nei mesi successivi in un agguato avvenuto nella zona degli Chalet di Mergellina il 13 marzo 2023, una settimana prima dell’omicidio dell’innocente, pianurese, Francesco Pio Maimone, avvenuto in altro contesto.
La storia di Gaetano: dal supermercato allo spaccio a 20 anni
Gaetano venne raggiunto da proiettile alla nuca e da due al torace mentre si trovava in auto. Dopo dieci giorni di agonia in ospedale, morì il 23 marzo. La sua storia è emblematica: fino a un anno prima lavorava in un supermercato e poi in un pub. La scuola non gli piaceva e già prima della maggiore età faceva lavori saltuari per guadagnare qualcosa. Poi la ‘folgorazione’ sbagliata. Le cattive amicizie, la prospettiva del guadagno facile e l’idea effimera di potere lo hanno portato a entrare nel ‘sistema’. Era ritenuto dagli investigatori vicino al gruppo Marsicano-Esposito ma non è da escludere che l’omicidio sia nato proprio all’interno di quel gruppo criminale per questioni legate allo spaccio e alle gestione dei proventi.