Una bomba nel monopattino o in uno scooter vicino all’edificio residenziale dove viveva. E’ stato ucciso così a Mosca il capo delle Forze di difesa nucleare, biologica e chimica della Russia, il tenente generale Igor Kirillov. Nell’esplosione, l’ordigno con all’interno 300 grammi di tritolo è stato azionato a distanza, è morto anche l’assistente di Kirillov. Una operazione “legittima” rivendicata dall’Ucraina che proprio ieri ha condannato in contumacia il generale di Putin per l’uso di armi chimiche vietate durante l’invasione russa iniziata nel febbraio del 2022.

Uccisione Kirillov, Kiev rivendica

L’esplosione è avvenuta nel sud-est di Mosca a circa 6,5 chilometri a est del Cremlino, con il dispositivo azionato quando Kirillov e il suo assistenti si trovavano nei pressi dell’ingresso dell’abitazione del generale sulla Prospettiva Ryazansky. “Kirillov era un criminale di guerra e un obiettivo completamente legale, poiché ha dato ordine di usare armi chimiche proibite contro l’esercito ucraino”, fanno sapere da Kiev che poi avvertono: “Una fine così ingloriosa attende tutti coloro che uccidono gli ucraini. La punizione per i crimini di guerra è inevitabile”.

Mosca: “Terrorismo”

Un duplice omicidio che per l’intelligence di Mosca viene ribattezzato con un “atto di terrorismo”. Per la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, il generale “per molti anni ha sistematicamente, con i fatti alla mano, denunciato i crimini degli anglosassoni: le provocazioni della Nato con le armi chimiche in Siria, la manipolazione da parte della Gran Bretagna di sostanze chimiche vietate e le provocazioni a Salisbury e Amesbury, le attività letali dei biolaboratori americani in Ucraina e molto altro”.

Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitri Medvedev ha annunciato un’imminente vendetta per l’uccisione di Kirillov. “Rendendosi conto dell’inevitabilità della sua sconfitta militare, Kiev lancia attacchi codardi e spregevoli in città pacifiche”, ha affermato Medvedev.

Putin attaccato in casa

Ancora una volta i servizi segreti russi sono stati bucati. Dopo l’attentato del marzo 2024 da parte dell’Isis-K e quello dell’agosto 2022 in cui venne uccisa Daria (Darya) Dugina, 30 anni, commentatrice politica, giornalista e figlia di Oleksandr Dugin, da molti considerato l’ideologo del presidente russo Vladimir Putin. Da non dimenticare anche gli attacchi con droni al Cremlino.

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Redazione

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