Due esplosioni: un morto e 31 feriti. E non è escluso che il bilancio non possa peggiorare nelle prossime ore. Gerusalemme è in stato di allerta dopo le due bombe che sono deflagrate questa mattina in due ingressi della città. A farne le spese almeno una vittima, che si chiamava Aryeh Shtsupack, uno studente di un collegio rabbinico di 16 anni e di origini canadesi. Sarebbero stati arrestati tre palestinesi. Nessuna rivendicazione al momento ma sia Hamas che l’organizzazione Jihad Islamica hanno celebrato gli attentati.

La prima esplosione si è verificata poco dopo le 7:00 alla porta occidentale, è avvenuta nei pressi di una fermata degli autobus, in quel momento molto affollata. La seconda esplosione si è verificata intorno alle 7:30 nei pressi del rione Ramot, alla porta settentrionale. Alcuni dei feriti sono in condizioni gravi. Sul posto sono intervenuti la polizia e le squadre di soccorso. Secondo il Times of Israel Aryeh Shtsupack è morto in ospedale a Gerusalemme. Gli arresti sono stati riferiti dal canale televisivo i24news.

Secondo le prime informazioni le due esplosioni sarebbero state causate da ordigni chiusi in borse imbottiti di chiodi e bulloni lasciati esplodere a distanza. Le forze di sicurezza hanno definito secondo Times of Israel le due esplosioni attentati terroristici. Per Jerusalem Post le autorità stanno indagando sulle due bombe come un attacco congiunto coordinato. Il capo della polizia israeliana, Kobi Shabtai, ha dichiarato che saranno perquisiti tutti gli autobus a Gerusalemme, per verificare che non ci siano altri ordigni.

La radio militare ha annunciato l’innalzamento dello stato di allerta. Sui media di mezzo mondo si parla delle modalità degli attacchi paragonandoli alle Intifada. “Era molto tempo che non subivamo un attacco di questo tipo”, ha ammesso il capo della polizia Kobi Shabtai. Le tensioni tra Israele e Palestina sono cresciute negli ultimi mesi nell’area della Cisgiordania occupata. Un dirigente del Jihad islamico ha definito gli attentati “operazioni eroiche” a difesa dei luoghi santi dell’Islam. Lo stato di allerta è stato elevato in tutto Israele.

Lo Jihad Islamico è un gruppo militare e politico attiva soprattutto nella Striscia di Gaza. Si descrive anche più radicale di Hamas, il gruppo palestinese che governa la Striscia dal 2007. È stato in passato bersaglio di operazioni da parte di Israele. La scorsa estate violenti attacchi incrociati sulla Striscia di Gaza erano andati avanti per giorni ed erano finiti solo con un accordo per il cessate il fuoco mediato dall’Egitto. Gerusalemme aveva fatto sapere in quell’occasione di aver ucciso almeno 44 palestinesi, tra cui 25 militanti dello Jihad Islamico nell’operazione Breaking Down.

“I prossimi giorni saranno intensi e più difficili per il nemico. È arrivato il momento per la creazione di cellule sparse in tutta la Palestina e pronte al confronto“, ha dichiarato uno dei portavoce di Hamas, Mohammad Hamada, citato dai media israeliani e ripreso da AdnKronos. “L’azione ha trasmesso all’occupazione il messaggio che il nostro popolo rimarrà saldo sulla propria terra e si aggrapperà al sentiero della resistenza”. Per la Jihad islamica, “l’operazione nella città occupata è una risposta naturale all’occupazione, al terrorismo e alle sue pratiche criminali contro il popolo palestinese indifeso ed i suoi luoghi sacri”. Il portavoce dell’organizzazione, Tarek Ez Din, ha sottolineato in una nota che “non rimarrà impunita nessuna operazione di giudaizzazione, incursione nei luoghi sacri o aggressione ai figli e alle figlie del nostro popolo a Gerusalemme, Hebron, Jenin e Nablus”.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.