Compagni, si torna a Botteghe Oscure. “Una sinistra popolare per l’unità del nuovo Pd”: il titolo dell’iniziativa che incorona Stefano Bonaccini corre con il tam tam tra i militanti che tornano, per una sera, ad ascoltare l’astro nascente sotto alle finestre da cui si affacciava Enrico Berlinguer. Il primo incontro di Stefano Bonaccini a Roma sta tra l’identità e il futuro. La sala è quella di un teatro, il palazzo non è quello che fu del Pci, ma è proprio accanto. “I posti dove si tengono gli eventi hanno un peso non solo simbolico”, fa notare il saggio Claudio Mancini. Il parlamentare romano fa gli onori di casa, insieme al segretario del Pd della capitale, Andrea Casu, e alla presidente del Municipio, Lorenza Bonaccorsi.

Promotore dell’iniziativa e mattatore della serata è il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci. In formissima: “Non possiamo più continuare ad essere un gruppo di depressi che passa il tempo a parlare male l’uno dell’altro”, striglia. E da Bari si collega il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano: “Torniamo a essere utili al Paese e non solo a noi stessi”. Mancini, Ricci, Emiliano: il tridente della sinistra amministrativa fa da pontiere con il corpo centrale del partito. In sala ci sono centocinquanta persone tra parlamentari e militanti, amministratori locali e simpatizzanti venuti a soddisfare la curiosità. È davanti a loro che Bonaccini snocciola il suo programma. “Sono un uomo di sinistra, la mia storia e i miei valori sono chiari. Voglio un partito laburista che ritrovi unità e sia veloce, utile, prossimo. E da combattimento”.

Poi spiega il perché di ogni aggettivo. Il partito laburista di BonacciniBona, lo chiamano a Bologna – vuole ricostruire un soggetto capace di sconfiggere il peggiore dei mali: l’irrilevanza. Respingere le due opa ostili del Terzo polo e del M5S. E farlo a partire dal ricompattamento della leadership: “Se vinco, dal minuto dopo chiamo con me Elly Schlein e Paola Di Michele, annuncia. Ma il Pd ha un problema di iter congressuale. Si è incartato, com’è chiaro per tutti, sulla Costituente. “O fai le primarie, o fai la Costituente”, aveva indicato Ricci aprendo i lavori. “Tardi per ripensarci”, fa notare con pragmatismo il candidato segretario. Bonaccini: “Però basta con i litigi in casa. Uniamoci per essere utili al Paese, a partire da una grande iniziativa di mobilitazione per l’equo compenso. Torniamo nei bar, a parlare in modo comprensibile. E proviamo a parlare alle partite Iva, ai commercianti, agli imprenditori”. Applaude un gruppo di studenti, e Bonaccini vira sul numero chiuso a Medicina.

“Nei Pronto soccorso presto non avremo più personale, perché tenere il numero chiuso per le facoltà delle professioni sanitarie? Apriamo e poi smettiamola di avere paura del merito. Preoccupiamoci di dare opportunità a tutti”. Nel partito laburista di Bonaccini potrà esserci spazio per il Reddito di cittadinanza? L’incontro romano non evade l’argomento ma il nuovo partito laburista guarda oltre: “Chi produce lavoro va agevolato. Chi ha una idea chiara di start up deve poterla realizzare. Chi vuole aprire uno studio professionale, ma non viene da una famiglia di professionisti, deve essere messo in condizione di farlo”. Altroché vecchio Pd, si va al New Labour. Proprio per accogliere l’istanza unitaria, una nota del Nazareno dà conto di un incontro, fissato per giovedì 22, tra il Segretario del partito Enrico Letta e i candidati alla Segreteria del Pd Stefano Bonaccini, Paola De Micheli, Elly Schlein. I promotori sono i pontieri Stefano Ceccanti, Graziano Delrio, Stefano Graziano, Marianna Madia, Roberto Morassut, Pina Picierno, Debora Serracchiani, Giorgio Tonini, Walter Verini.

Avatar photo

Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.