Un massacro come, o peggiore, di quello già accertato a Bucha. Gli orrori compiuti nella città di Borodyanka potrebbero essere un nuovo simbolo della guerra scatenata ormai sei settimane fa dal Cremlino in Ucraina. 

Le testimonianze in arrivo da Borodyanka, 13mila abitanti a circa 60 chilometri a nord-ovest di Kiev e a 20 chilometri da Bucha, evocano un nuovo disastro umanitario: la città, da cui i russi si sono ritirati il primo aprile, potrebbe aver subito alcuni dei peggiori bombardamenti da quando la Russia ha lanciato la sua invasione dell’Ucraina. 

Secondo polizia e politici locali ci sarebbero diverse centina di persone sepolte sotto le macerie dei condomini distrutti dai bombardamenti impartiti da Mosca. Lo scenario, testimoniato dalle foto, è spettrale: edifici bruciati e collassasti, segnati da fori di proiettili, bombe e missili, e frammenti di schegge.

Ci sono i corpi di circa 200 civili sotto le macerie dei palazzi colpiti a Borodyanka dai bombardamenti russi. Il 24 febbraio siamo stati la prima città ad essere bombardata. Stiamo cominciando adesso a portare via i corpi perché i russi non ce lo hanno permesso fino a quando c’è stata l’occupazione. Ci hanno detto che potevamo evacuare ma sparavano a chiunque uscisse in strada, affiggendo cartelli affinché restassimo in casa e disegnando il simbolo dell’occupazione ovunque”, racconta il sindaco di Borodyanka Georgiy Erko, all’inviato dell’Ansa sul posto.

Di Borodyanka aveva parlato anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel corso del suo intervento alle Nazioni Unite. Riferendo dei massacri a Bucha, dove sarebbero state uccise e torturate più di 300 persone, con un bilancio che “sarà molto più ampio quando verrà ispezionata l’intera città”, il numero uno di Kiev aveva sottolineato che “ci sono già informazioni che il numero delle vittime degli occupanti potrebbe essere ancora più alto a Borodyanka e in alcune altre città liberate”.

Come riporta l’inviato del Corriere della Sera da Bucha, Lorenzo Cremonesi, la zona di Borodyanka era stata investita dalla violenza della guerra proprio all’inizio dell’attacco sulla capitale. Dalla città a 60 chilometri da Kiev erano passate le colonne di mezzi e militari russi proveniente da Chernobyl, per unirsi a quelle stanziate a Hostomel. 

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia