Le testimonianze
Brandizzo, parlano i superstiti: Giuseppe e Francisco, amici e colleghi di Kevin Laganà, scampati al tragico incidente ferroviario
Irregolarità nei turni di lavoro, note anche ai tecnici Rfi. Di questo hanno parlato, ai microfoni del Tg1, Giuseppe e Francisco, due operai colleghi di Kevin Laganà, scampati per miracolo al disastro.
Sono vivi, ma sentono la morte nel cuore, per i colleghi tragicamente scomparsi nella notte di Brandizzo, quando un treno in corsa ha spezzato le vite di cinque operai, addetti alla manutenzione della rete ferroviaria per l’azienda Sigifer.
Giuseppe Cisternino e Francisco Martinez, due amici di Kevin Laganà, colleghi della vittima, avrebbero potuto essere lì quella notte e condividere lo straziante destino del giovanissimo Kevin.
I due operai hanno rilasciato un’intervista al TG1 in cui hanno denunciato le irregolarità che avvenivano sul posto di lavoro. Giuseppe e Francisco, infatti, lavoravano per la società Si.Gi.Fer e hanno raccontato di essere stati costretti a scendere sui binari in anticipo, prima che la linea fosse chiusa, per accelerare i tempi di lavorazione. Questa pratica, a loro dire, era già stata messa in atto in passato e metteva a rischio la sicurezza degli operai.
“Ci mandavano a fare i buchi e quelle che noi chiamiamo, nell`ambiente, preparazioni cosi aumentavamo la mole complessiva di lavoro“, ricordano i due operai. Operazioni preliminari come quelle che le cinque vittime del disastro stavano eseguendo sul binario di Brandizzo.
Cisternino e Martinez hanno anche affermato che i tecnici di Rfi, la società che gestisce la rete ferroviaria italiana, erano a conoscenza di queste irregolarità, ma non hanno mai fatto nulla per fermarle.
I due operai hanno concluso l’intervista chiedendo “giustizia per Kevin” e sostenendo che tutti coloro che hanno sbagliato devono pagare.
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