Bucci, una vittoria contro i giustizialisti. La Liguria boccia Orlando e i veti a Cinque Stelle

Il fronte giustizialista finisce KO. Marco Bucci riesce ad arginare l’onda forcaiola e strappa la vittoria in Liguria. Incassa il 48% delle preferenze. Leggermente più indietro il principale sfidante Andrea Orlando, al 47%. E pensare che fino a poche settimane fa la strada sembrava tracciata: l’inchiesta che piomba su Giovanni Toti, le dimissioni e le elezioni anticipate. Il centrosinistra era certo di portare a casa la partita, convinto di poter sfruttare la vulgata delle manette sventolate. Ma il centrodestra ha scommesso sul sindaco di Genova, e proprio “l’uomo del fare” ha portato al successo contro un centrosinistra litigioso e non compatto agli occhi degli elettori.

Elezioni Liguria, crolla l’affluenza. I dati degli altri candidati

L’affluenza si è fermata al 45,96%, un crollo di quasi 8 punti rispetto al 53,42% del 2020. Molto basse le percentuali degli altri candidati in corsa: Nicola Morra (Uniti per la Costituzione) 0,88%, Nicola Rollando (Per l’Alternativa) 0,86%, Francesco Toscano (Democrazia Sovrana Popolare) 0,84%, Marco Ferrando (Partito Comunista dei Lavoratori) 0,36%, Maria Antonietta Cella (Partito Popolare del Nord) 0,33%, Davide Felice (Forza del Popolo) 0,31% e Alessandro Rosson (Indipendenza) 0,28%. La sfida è sempre stata tra Bucci e Orlando. Gli ultimi sondaggi riservati raccontavano di un testa a testa tra i due, con il primo cittadino di Genova in recupero sull’avversario. E l’esito delle urne ha confermato il trend.

Schlein sul banco degli imputati

Sul banco degli imputati finisce di diritto Elly Schlein, la segretaria che a parole si spende per la strategia testardamente unitaria ma che nei fatti si piega ai diktat del Movimento 5 Stelle e rinuncia a Italia Viva. Chissà se nelle prossime ore l’ala riformista del Partito democratico alzerà la voce e chiederà di voltare le spalle all’appiattimento sulla linea dettata da Giuseppe Conte. A buon gioco ora Matteo Renzi potrà rivendicare il suo peso, facendo notare che la presenza di IV nella coalizione è indispensabile per essere competitivi. Invece la componente moderata si è spaccata e hanno prevalso i veti del M5S. Sicuramente a Orlando avrebbero fatto comodo i voti dei centristi uniti, che invece si sono dispersi tra preferenze per Bucci e astensione. «Se penso che il centrosinistra per colpa di Conte ha rifiutato Italia Viva… Finirà per qualche centinaio di voti. E dire che solo Renzi alle europee ha preso in Liguria 6.500 voti di preferenza. E Paita altri 4.200. Che follia», commenta amareggiato Francesco Bonifazi, deputato di IV.

Quanto alle principali liste, il Pd si attesta al di sopra del 28%, Fratelli d’Italia si avvicina al 15%, i 5 Stelle non raggiungono il 5%, la Lega viaggia sull’8,5%, Forza Italia si aggira sull’8%, Alleanza Verdi-Sinistra supera il 6% e il Patto civico di Azione si ferma all’1,8%.