L’interrogazione di Fratelli d’Italia
Buco nell’acqua di Travaglio e Meloni: scandalizzati per visite dei radicali al 41bis ma è tutto regolare
Il caso delle visite dell’associazione radicale Nessuno Tocchi Caino nelle sezioni del 41bis di Sassari e Nuoro è approdato ieri in commissione Giustizia della Camera a seguito dell’interrogazione presentata dall’onorevole Carolina Varchi di Fratelli D’Italia: «Ha suscitato polemiche la notizia dell’autorizzazione rilasciata dal nuovo capo del Dap, dottor Renoldi, di accesso ‘libero’ a soggetti, non parlamentari, in due carceri sarde, in cui sono ristretti anche detenuti sottoposti al regime del 41-bis, il cosiddetto carcere duro», ha ricordato la parlamentare.
La circostanza è stata al centro in questi ultimi giorni di un attacco appunto a Renoldi – e alla ministra Cartabia che lo ha voluto quale capo del Dap – da parte del Fatto Quotidiano e del Movimento Cinque Stelle. Ma i primi a presentare un atto di sindacato ispettivo sono stati quelli di Fd’I a cui ieri ha risposto il sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto. Quest’ultimo ha prima menzionato la normativa: «L’ordinamento penitenziario distingue nettamente tra visite, come quelle autorizzate nei casi menzionati dall’atto ispettivo, e i colloqui». Le prime «sono rivolte alla verifica delle condizioni di vita negli istituti penitenziari», i secondi «sono interlocuzioni verbali che avvengono secondo modalità precise e regolamentate, che diventano ancora più stringenti nei casi di detenuti in regime di 41bis».
Tra i soggetti a cui è consentito effettuare visite, ci sono anche «figure diverse dai parlamentari» che «possono essere autorizzate dal Dap volta per volta, senza preclusioni in ordine ai reparti visitabili, nemmeno per quelli destinati ai detenuti in isolamento giudiziario (i quali possono conferire solo con il difensore e gli operatori penitenziari e quindi si trovano in una condizione ancora più limitativa di quella discendente dal regime di 41bis)». Per tali ragioni, ha spiegato ancora Sisto, già in passato il Dap ha autorizzato l’ingresso anche nei reparti del 41bis della Casa Circondariale di Tolmezzo ai Radicali italiani nel 2017, di quella di reclusione di Viterbo al Partito Radicale nel 2019, in quella di Rebibbia Nuovo Complesso alla commissione carcere della Camera Penale nel 2017. «E analoga iniziativa è stata assunta in occasione dell’episodio oggetto della presente interrogazione, in cui l’Amministrazione penitenziaria, esercitando le prerogative previste dalla vigente normativa, ha autorizzato la visita di una Associazione sempre impegnata in ambito penitenziario, i cui esponenti erano stati già ammessi in altre occasioni all’ingresso in reparti dello stesso tipo; autorizzazione avvenuta anche in ragione della peculiare situazione degli istituti interessati, in specie quello sassarese, rispetto al quale erano state segnalate gravi carenze dell’Area sanitaria».
Nel frangente, ha proseguito Sisto, «la visita è stata svolta alla presenza vigile della direzione e del personale del Reparto operativo mobile, che ha registrato i movimenti e le interlocuzioni dei visitatori all’interno dell’istituto e ha effettuato un puntuale rapporto, dal quale non è emersa alcuna anomalia. Del resto, come ormai acquisito almeno a partire dalla circolare Dap 7 novembre 2013 n. 3651/6101, i soggetti visitatori possono parlare con le persone ristrette. La presidente dell’Associazione, inoltre, ha successivamente fatto pervenire al Dipartimento un report della visita, segnalando criticità, in particolare per quanto concerne il cattivo funzionamento dell’Area Sanitaria». Insomma, tutto regolare ora come in passato: anche i non parlamentari possono recarsi nelle sezioni del 41bis e parlare con i reclusi relativamente alle loro condizioni di vita detentiva. Capitolo chiuso? Niente affatto perché la lunga e puntuale risposta non è bastata ai Cinque Stelle che con l’onorevole Saitta sono tornati subito alla carica: «Aspettiamo chiarimenti dal direttore Dap Renoldi che sentiremo probabilmente in settimana in merito alla questione delle visite nelle sezioni del 41 bis delle carceri di Sassari e Nuoro di esponenti della associazione Nessuno tocchi Caino: un episodio gravissimo che non dovrà ripetersi».
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