Continua a crescere la tensione in Europa dopo l’attentato della scorsa settimana rivendicato dall’Isis a Mosca, con la propaganda russa che ha però attribuito la regia della strage all’Ucraina. Dopo la minaccia di Putin di colpire i Paesi Nato dai quali decolleranno gli F-16 e le parole rilasciate a Repubblica dal premier polacco Donald Tusk secondo cui la guerra mondiale è alle porte, “non è un concetto del passato, è reale, è già iniziata due anni fa” con l’invasione in Ucraina, ecco che nelle scorse ore gli Eurofighter italiani, della Task Force Air 4th Wing, rischierata sulla base polacca di Malbork, hanno effettuato in 24 ore una doppia intercettazione di velivoli russi.

L’allarme di decollo immediato per i caccia è suonato due volte in 24 ore. L’attivazione, spiega la Difesa in una nota, è stata richiesta per intercettare nelle mattinate del 28 e 29 marzo velivoli non identificati, in volo sulle acque internazionali del Mar Baltico. A seguito di ciò, il Centro di Comando e Controllo delle Operazioni aeree (CAOC) della Nato con sede ad Uedem (Germania) ha lanciato l’allarme. Gli aerei dell’Aeronautica Militare italiana, gliz F-2000, appartenenti alla TFA – che opera nell’ambito della missione Nato di Enhanced Air Policing – hanno proceduto a intercettare e identificare i velivoli, per poi rientrare presso la base di Malbork.

Zelensky: “Attacchi russi anche a centrali elettriche Moldavia”

Intanto per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky “non solo l’Ucraina ma anche la Moldavia è a rischio” per gli attacchi russi alle centrali elettriche, precisando “che le centrali idroelettriche di Kaniv e Dniester sono state tra gli obiettivi” degli attacchi aerei lanciati la scorsa notte dalle forze russe. “Lo stato terrorista della Russia vuole ripetere il disastro ecologico della regione di Kherson dopo la distruzione della centrale idroelettrica Kakhovka (diga)”, ha detto Zelensky. “Questa volta non solo l’Ucraina ma anche la Moldavia è a rischio. L’acqua non si fermerà ai posti di frontiera, proprio come la guerra russa non si fermerà a meno che non venga fermata in tempo qui in Ucraina”, ha aggiunto il leader ucraino, sollecitando “i partner a rispondere in modo rapido e deciso all’intensificata campagna di bombardamenti della Russia contro le infrastrutture critiche dell’Ucraina”.

Frammento drone russo in Romania

In mattinata la Romania, Paese membro della Nato, ha trovato “frammenti di drone” in una fattoria vicino al Danubio, al confine con l’Ucraina, dopo i raid russi della notte. Lo riporta il Guardian. “La sera del 28 marzo 2024, frammenti che sembrano provenire da un dispositivo aereo (un drone) sono stati identificati su un terreno agricolo nell’Isola Mare a Brailei”, ha dichiarato in un comunicato il ministero della Difesa rumeno. Che ha aggiunto: “Il ministero della Difesa, insieme a strutture specializzate nell’ambito del sistema di Difesa nazionale, dell’ordine pubblico e della sicurezza nazionale, sta conducendo un’indagine sull’incidente”.

Belgio denuncia: “Soldi russi a eurodeputati”

Oltre all’azione militare italiana, va presa in considerazione anche la denuncia del premier belga Alexander De Croo secondo cui sarebbe “venuto alla luce che la Russia si è avvicinata agli eurodeputati, ma li ha anche pagati, per promuovere la sua propaganda. C’è stata una stretta collaborazione” tra i servizi segreti belgi e quelli cechi per distruggere una rete di propaganda russa, ha indicato De Croo. La presidente dell’Europarlamento, Roberta Metsola, “è a conoscenza delle accuse mosse” sulla testata Voice of Europe, veicolo dell’attività di disinformazione russa, e l’Eurocamera “sta esaminando” la veridicità delle accuse, hanno confermato i servizi di stampa del Parlamento europeo.

Russi ‘invadono’ Serbia: 220mila da inizio guerra in Ucraina

Altro aspetto da tenere in considerazione è il dato diffuso dal settimanale serbo NIN secondo cui dall’inizio del conflitto armato in Ucraina, nel febbraio 2022, sono stati più di 220mila i russi trasferitisi in Serbia, in particolare nella capitale Belgrado e a Novi Sad, seconda città del Paese e capoluogo della ricca regione settentrionale della Voivodina. Cittadini russi che hanno avviato oltre 2200 nuove imprese, penetrando in tutti i settori dell’economia serba. Una vera e propria invasione russa che, secondo quanto emerso nelle ultime elezioni-farsa che hanno riconsacrato Putin, avrebbero votato in maggioranza per gli altri candidati.

Redazione

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