Non ci avrà dormito la notte. Avrà pensato e ripensato alla battuta da fare una volta di fronte al governatore campano Vincenzo De Luca per vendicare l’affronto subito mesi fa. “Presidente, [sono] quella stronza della Meloni” e via con la viralità sui social. E’ tutto un rivendicare, come se la premier dovesse giustificare di continuo il suo operato. Quanto avvenuto a Caivano nelle scorse ore viene celebrato con una evento epocale, eppure la riqualificazione da 9 milioni di euro di un centro sportivo (l’ex Delphinia, oggi parco Pino Daniele) dovrebbe essere uno dei progetti ordinari di ogni governo e non un evento straordinario deciso a tavolino dopo una vicenda che sconvolto tutta l’Italia, quella delle due cuginette di 10 e 12 anni violentate da un gruppo di amici proprio in quel centro. Era l’estate scorsa e Meloni decise di metterci la ‘faccia’ con il suo governo avviando, almeno sulla carta, un’opera di bonifica del territorio fatta principalmente di passerelle istituzionali e repressione (con il decreto Caivano si arrestano minori quasi a prescindere).

Caivano: repressione, passerelle e un centro inaugurato a 10 giorni dal voto

L’obiettivo era ed è riqualificare Caivano? Magari. In un anno sono state registrate operazioni (random) ad “alto impatto” da parte delle forze dell’ordine con tanto di telecamere al seguito da parte del telegiornale di fiducia, il Tg1. Vere e proprie parate con centinaia di ‘sbirri’ che a fine giornata dovevano accontentarsi di poca droga, zero armi e un arco…

Quasi uno anno dopo e a dieci giorni dalle elezioni europee, il nuovo centro sportivo con piscina, palestre, campetti e aree verdi è pronto per l’ultima passerella, quella del “risultato” e non delle chiacchiere come sottolinea la premier replicando alle accuse delle opposizioni. Premier osannata da don Maurizio Patriciello, il “Pippo Baudo dell’area a nord di Napoli” secondo il governatore De Luca, che ha esaltato l’esecutivo di “Giorgia” con teatralità e parole al miele.

Don Patriciello e il ‘miracolo’ Giorgia

“Ho chiesto il permesso di chiamarla Giorgia”, aveva esordito il prete anticlan, sotto scorta da due anni, che ha poi ricordato il ‘miracolo’ di palazzo Chigi: “Il 15 luglio 2023 ho scritto a Giorgia e le ho mandato le foto del centro costruito per essere d’aiuto alla vita, abbandonato, dimenticato, vandalizzato, insozzato. Mi risponde 8 agosto: ‘Scusami vedo solo ora’; poi lo scempio delle bambine e – ricordando episodi di decenni fa – prima ancora quello di Fortuna e prima ancora di altri bambini e – la cronaca attuale – omicidi e stese. Il 25 agosto scrivo; ‘Giorgia ho il cuore lacerato, sono tutti ragazzini, per favore vieni, facci sentire italiani, vieni a portare lo Stato. Non avrei scommesso un euro che 8 giorni dopo mezzo governo sarebbe arrivato e Meloni ha detto: ‘Questa è zona franca e non devono essercene’. Giorgia te lo dico in madrelingua. Giorgia stamattina ‘O vveco e nun ‘o crero (“Lo vedo e non ci credo”, ndr)”.

Poi la stoccata a De Luca e la rivendicazione da parte del parroco originario di Frattaminore e da decenni alla guida della chiesa  San Paolo Apostolo del Parco Verde di Caivano: “Il governatore ha detto lo Stato a Caivano non c’è, stop. Ma qualcuno deve portarcelo. Sono stato io a venire qui e fotografare lo scempio, non era il mio compito, ma ognuno deve fare un passo in più”.

Le periferie spot

La strategia di “Giorgia” è stata la stessa sia per Caivano (che è provincia di Napoli) che per San Basilio, altro quartiere di periferia di Roma dove un anno fa venne inaugurata la palestra della legalità con la benedizione di un altro parroco anticamorra, don Antonio Coluccia. E le altre periferie? Sono poco mediatiche? A Napoli ad esempio non c’è solo Caivano, ci sono le periferie di città e quelle di provincia che continuano a vivere nel degrado. Tra l’altro anche i miglioramenti, i servizi e la qualità della vita nel Parco Verde di Caivano sono tutti da accertare in un anno dove la parola principale da parte del governo è stata “repressione”.

 

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Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall'ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.