Cala il sipario su de Magistris ma non si alza quello su Bassolino

Il decennio che ha visto Luigi de Magistris alla guida del Comune di Napoli è ormai agli sgoccioli. Che si concluda oggi o sabato, al termine del voto sul bilancio di previsione, o nella prossima primavera, cioè alla scadenza naturale del suo secondo mandato, l’esperienza politico-amministrativa del “sindaco con la bandana” lascerà un cumulo di macerie: un disavanzo di bilancio schizzato a più di due miliardi e 600 milioni di euro, servizi a cittadini e imprese azzerati, centro e periferie in preda al degrado. A breve bisognerà ricostruire, dunque. E, secondo quanto ha scritto Vito Nocera sul Corriere del Mezzogiorno, il più titolato a farlo è Antonio Bassolino.

L’ex sindaco e governatore è dato come sicuro candidato alla guida di Palazzo San Giacomo. Anche perché, secondo Nocera, è l’unico ad avere un’idea di Napoli, un programma amministrativo e strategico, oltre che la necessaria autorevolezza. Certo, Bassolino è agli antipodi rispetto al vuoto populismo, che ha caratterizzato il decennio targato de Magistris, e all’ampollosità retorica che troppo spesso caratterizza le iniziative del Partito democratico, che organizza conferenze programmatiche e mette in cantiere stati generali senza però formulare proposte capaci di lasciare una traccia. A ben vedere, però, la candidatura di Bassolino, che i suoi fedelissimi danno per certa, è finora soltanto accennata. La si intuisce dai post su Facebook in cui don Antonio racconta di essere salito a bordo del 140 per verificare di persona l’affollamento sui mezzi di trasporto pubblici o di aver ricevuto attestati di stima dal giornalaio di fiducia.

La sensazione, dunque, è che Bassolino fotografi la realtà napoletana con attenzione e spirito critico, denunciando le troppe cose che non vanno. Del programma amministrativo e strategico cui fa riferimento Nocera, però, non c’è nemmeno l’ombra. Che cosa pensa l’ex sindaco e governatore della mancata riqualificazione dell’ex Italsider di Bagnoli di cui è almeno in parte responsabile? Che idea ha della gestione dei rifiuti che gli è costata 19 processi sfociati in altrettante assoluzioni? Come immagina i trasporti sui quali ha dato, a suo tempo, buona prova di sé? Di questo non sappiamo ancora nulla, con buona pace dei bassoliniani della prima e dell’ultima ora.

Ecco perché all’ex sindaco e governatore si chiede uno sforzo di chiarezza. La definizione del suo ipotetico programma di governo, almeno nei suoi tratti essenziali, contribuirebbe a diradare le nebbie in cui sembra essere piombato il dibattito sul futuro della città. E, soprattutto, rappresenterebbero un antidoto al vuoto di idee e di proposte generato da un sindaco troppo impegnato a fare passarella in televisione e a cercare sponde per scongiurare il voto contrario sul bilancio, un centrodestra inspiegabilmente propenso al suicidio politico, un centrosinistra preso dalla discussione sulle alleanze a livello nazionale e un Movimento 5 Stelle che dimostra di non avere alcuna visione della città.