Ci avessero detto trent’anni fa che avremmo avuto bisogno di allearci con la Turchia per riuscire a ospitare un torneo internazionale di calcio, in pochi ci avremmo creduto. Eppure ieri, con un comunicato congiunto, la Federazione Italiana Giuoco Calcio (Figc) e la Turkish Football Federation (Tff) hanno deciso di unire gli sforzi proponendo alla Uefa l’organizzazione congiunta di Uefa Euro 2032. Finisce così con un accordo quella che era nata come una sfida per l’assegnazione degli europei di calcio del 2032, tra due Paesi che sul piano calcistico per molti anni hanno viaggiato su livelli diversi, con un movimento (quello italiano) anni luce avanti a quello turco, ma che oggi rischia di cedere il passo su molti aspetti.

In primis, la situazione degli impianti: la Turchia da anni sta investendo in strutture moderne e tra nuove costruzioni e ristrutturazioni oggi è uno tra i paesi più all’avanguardia in questo settore. Tutti frutto del progetto di Erdogan che prevedeva, in vista di Euro 2032, 38 nuovi stadi in 10 anni, tutti ormai quasi completati con successo. Situazione ben diversa da quella del nostro Paese, che infatti sperava e continua a sperare nell’assegnazione della competizione europea per poter intervenire sui propri stadi. In alcuni casi, come per il Franchi di Firenze, sembra anzi ormai l’unica via d’uscita. Dopo l’impasse dovuto allo stop ai fondi del Pnrr sancito dalla Commissione Europea, il sindaco Nardella spera di veder assegnata a Firenze una sede di Euro 2032 e ottenere così finanziamenti dallo Stato in grado di coprire gli oltre 70 milioni mancanti per la realizzazione del progetto.

Ma i “se” continuano a essere tanti. A partire dall’individuazione delle sedi dove disputare le partite del torneo. Se infatti la candidatura in solitaria avrebbe permesso lo svolgimento in dieci sedi diverse, con il ticket turco si avrà un dimezzamento che lascia pochi spazi di scelta. Accanto alle sicure Roma, Milano, Torino e Napoli, resta un solo slot libero che si contenderanno Bologna, Bari, Verona e appunto Firenze, con gli emiliani in vantaggio dato l’iter già avanzato di ristrutturazione del Dall’Ara, che sarà pronto già nel 2027. Da questo punto di vista la decisione di correre insieme alla federazione turca limita in parte le speranze di rilancio del calcio italiano, ma di fatto blinda la decisione che verrà presa dall’Uefa il 10 ottobre prossimo, in cui verranno assegnate le sedi di Euro 2028 e 2032.

Quella della candidatura congiunta tuttavia pare ormai da tempo essere una scelta premiata sia dalla Fifa che dalla Uefa stessa, in termini di sostenibilità economica ed efficienza. I prossimi mondiali di calcio nel 2026 si svolgeranno in Canada, Messico e Stati Uniti. Euro 2020 è stata un’edizione itinerante in tutto il vecchio continente, prima ancora Euro 2008 si è svolta in Austria e Svizzera, Euro 2012 in Polonia ed Ucraina e per Euro 2028 hanno presentato una candidatura unitaria Inghilterra, Irlanda del Nord, Repubblica d’Irlanda, Scozia e Galles. Alla faccia di bandiere e campanili.

E così, con il sodalizio italo-turco destinato a riuscire, si aprirà la partita tra Istanbul e Roma per accaparrarsi la finale della competizione. Ma tempo al tempo: di sedi, calendari e orari se ne parlerà, eventualmente, dopo l’assegnazione. D’altronde entrambi i Paesi sono abituati a ospitare finali internazionali. Proprio ad Istanbul il Manchester City di Guardiola ha sollevato la sua prima Champions League lo scorso dieci giugno. E Milano, che ormai pare essere la vera capitale del calcio italiano, è tra le candidate per la finale della massima competizione europea per club nel 2026 e nel 2027.

Adesso è il momento dell’unità: “Siamo di fronte a una svolta storica che ha come obiettivo la valorizzazione del calcio continentale – ha dichiarato il presidente Gravina – Il progetto, oltre ad avvicinare due realtà consolidate nel panorama calcistico europeo, esalta i valori di amicizia e cooperazione, coinvolgendo due mondi contraddistinti da profonde radici storiche, due culture che, nel corso dei millenni, si sono reciprocamente contaminate influenzando in maniera sostanziale la storia dell’Europa mediterranea. Il calcio vuole essere un ponte ideale per la condivisione delle passioni e delle emozioni legate allo sport”.

Giacomo Guerrini

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