Il candidato sindaco: "Così cambio Roma"
Calenda: “A Roma serve un Politecnico, così la città può crescere e attrarre imprese”
«Roma è rimasta indietro su ogni fronte dello sviluppo tecnologico: la ricerca di base, la capacità di trasferire le nuove conoscenze alle imprese e la formazione avanzata della forza lavoro. Nonostante la dimensione del polo universitario romano, che conta oltre 200mila studenti, i laureati nelle discipline ingegneristiche sono circa la metà di quelli di Milano (3.300 vs. 5.700)». Lo dichiara, in una nota, Carlo Calenda, candidato sindaco di Roma per la lista civica ‘Calenda sidacò. «La spesa in ricerca pro capite a Roma è superiore alla media nazionale, ma è in gran parte pubblica, mentre quella privata è decisamente al di sotto degli standard italiani».
PIU’ RICERCA
«Le difficoltà della ricerca privata si traducono nella scarsa capacità innovativa delle imprese. Pensate che nel 2019 a Milano sono state presentate 935 domande di brevetto, a Roma solo 200, ovvero 5 volte meno del capoluogo lombardo. Eppure, Roma – prosegue Calenda – possiede un settore industriale di eccellenza nel digitale, nell’energia e nelle biotecnologie, concentrato tra il tecnopolo Tiburtino e quello di Castelromano. Per preservare e rilanciare la competitività di questi settori è necessario investire nel loro capitale umano e tecnologico».
COME MILANO E TORINO
«Roma – prosegue Calenda – ha bisogno di dotarsi di un suo Politecnico, al pari di Milano e Torino. Per questo, sposiamo il progetto del Rome Technopole presentato da Unindustria in sinergia con le tre grandi Università statali della città». Il Politecnico è pensato per affrontare tutte e tre le barriere allo sviluppo economico della Capitale (ricerca, trasferimento tecnologico e competenze della forza lavoro) e permetterebbe alla città di diventare finalmente competitiva in tema di ricerca e innovazione a livello nazionale e internazionale. Sul piano della formazione, offrirà corsi di eccellenza per tutti i livelli di studio universitario, concentrandosi in tre aree cruciali: transizione digitale, transizione ecologica e agro-bio-farmaceutico. Verranno creati nuovi corsi e rinnovati i piani studio, in modo da rendere la formazione più vicina ai bisogni delle imprese più innovative del territorio. Verrà inoltre promossa la formazione di nuovi percorsi ITS innovativi, con l’obiettivo di fornire competenze specifiche adeguate alle ultime evoluzioni tecnologiche. Questi percorsi saranno facilmente trasformabili in una laurea con l’integrazione di alcuni esami universitari».
INVESTIMENTO DA 560 MILIONI
«Particolare attenzione – aggiunge Calenda – sarà dedicata all’incubazione delle idee imprenditoriali: verrà fornito personale specializzato, strumentazione e attrezzature. L’obiettivo è che all’interno del Politecnico sorga anche un nuovo Competence Center per il trasferimento tecnologico e la digitalizzazione delle imprese a Roma, su modello di quanto fatto in altre città (esempio Torino) con industria 4.0». Per realizzare tutto questo, serve un investimento iniziale da 560 milioni, da coprire in parte con fondi del Pnrr, seguito da un costo annuale di circa 80 milioni. Siamo contenti che la Regione abbia sposato l’idea e si sia offerta di finanziare parte dei costi. Speriamo che anche la Ministra Messa si pronunci al più presto».
UN RUOLO ATTIVO DEL COMUNE
«Crediamo che il Comune di Roma debba avere un ruolo attivo in questo progetto, viste le sue grandi potenzialità nello sviluppo economico, e per questo saremo pronti a sostenere economicamente l’investimento. Provvederemo inoltre a creare e finanziare un pacchetto di servizi per attrarre i migliori talenti, basato su borse di studio per studenti e ricercatori meritevoli, sulla costruzione di residenze e su altri sostegni agli studenti fuorisede. Infine, per inserire il Politecnico nel tessuto urbano al 100 per cento prevediamo un progetto di mobilità per collegare le strutture del Polo con il centro, le università e le aree industriali», conclude Calenda.
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