Carlo Calenda, dopo un altro intervento che lo ha tenuto fuori dai giochi per qualche giorno, è tornato a parlare. Lo ha fatto dalle pagine di Repubblica, trattando i temi principali di attualità, come le elezioni in Francia, e gli scenari politici italiani, in particolar modo delle opposizioni e di un possibile campo largo dal centro alla sinistra per combattere le destre.

Calenda sulle elezioni in Francia

“Qualunque cosa accadrà, che vinca il Rassemblement national o il Nouveau front populaire, dalle urne uscirà una Francia debole, molto meno influente in Europa. E sarà un bel casino anche per l’Italia”, questo il commento di Calenda sulla situazione in Francia dopo il primo turno delle elezioni. “Il risultato sarà comunque vada l’ingovernabilità”. Ad ogni modo “gli accordi di desistenza sono inevitabili e giusti perché Le Pen è il peggio che possa capitare: la sua visione prevede la disgregazione dell’Europa. E siccome l’Italia senza l’Europa o con un’Europa impotente, fiaccata dai veti, è tecnicamente fallita, lei per noi rappresenta un rischio mortale che supera qualunque altro rischio” ha aggiunto il leader di Azione. “La posizione di Meloni è assurda, non capisce che aiutando i sovranisti prepara la fossa dentro la quale butteranno il suo Paese” ha poi concluso riguardo il voto francese.

Calenda e il campo largo in Italia

A quel punto, a Calenda viene chiesto dei possibili parallelismi con l’Italia e se c’è l’esigenza anche nel nostro paese di creare un’alleanza che si contrapponga alle forze di destra. “Non facciamo i provinciali – dice l’ex ministro – Francia e Italia sono realtà molto diverse, a iniziare dal sistema elettorale. E comunque non ha senso parlare oggi, qui, di fronte unitario: prima bisogna recuperare gli elettori che non ci votano più. Impieghiamo i prossimi tre anni in questa missione. Che però non ci riuscirà se all’estremismo di Meloni rispondiamo con gli ecocidi e le case occupate”. Per Calenda la strada è una: “Facciamo un fronte unitario, di cui dovrebbe farsi promotore il Pd, su alcuni temi precisi: scuola, sanità e salari. Avanzando una proposta unica, una sorta di agenda repubblicana”. “Noi di Azione siamo distanti da M5S e Avs su molte cose, dall’Ucraina in giù, ma c’è un punto su cui siamo tutti d’accordo: i diritti sociali. Mettiamoci a lavorare insieme, dimostrando che sappiamo offrire delle soluzioni che chi governa invece non sa dare” ha aggiunto. “La mia proposta è presentare un emendamento comune di tutte le opposizioni alla legge di Bilancio perché i 10 miliardi destinati all’abbattimento del cuneo fiscale venga messo sulla sanità per assumere nuovo personale e aumentare gli stipendi” conclude Calenda.

Redazione

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