Lista Stati Uniti d’Europa
Calenda e il cortocircuito con l’ex sindaco Zambuto: da vittima di gogna a impresentabile
E Bonino spiega cos’è la lista di scopo a Pizzarotti
“Benissimo che ci sia una lista unitaria di europeisti”: la benedizione del sindaco civico di Milano, Beppe Sala, abbraccia tutti i soggetti riformisti che compongono il tavolo convocato da Emma Bonino. “Penso che l’accordo tra Renzi e +Europa sia una buona cosa – prosegue Sala – e che mette un po’ d’accordo tutti nel senso che come ha detto con estrema precisione Bonino, è una lista di scopo”.
Matteo Renzi ci crede, indica l’obiettivo e lancia la lista Stati Uniti d’Europa sin dal mattino, con la sua newsletter. “Raggiungere il traguardo della lista comune ha richiesto e richiede tanta fatica. La costruzione di operazioni politiche complicate si fa nel silenzio, lavorando, per mesi”. Le asperità sono quelle dei separati in casa – sotto il tetto di Renew Europe – e riguardano Carlo Calenda: “Tweet sguaiati e aggressioni agli alleati”, quelle che il leader di Iv ascrive ad Azione.
La formula è aperturista: “In questi mesi c’è chi ha quotidianamente messo veti contro di noi. Non ho mai risposto. Non lo farò oggi. Italia Viva non mette veti, Italia Viva non accetta veti”. Si proceda quindi anche con Azione e con tutti quelli che vorranno unirsi. Varcato il Rubicone, i parlamentari e i dirigenti di Iv – da Davide Faraone a Raffaella Paita, da Enrico Borghi a Silvia Fregolent –assommano gli inviti a braccia aperte: “Scommettiamo che Azione cambierà idea e verrà con noi? Noi li accogliamo volentieri: non mettiamo veti, noi”, rimarca Luciano Nobili. Da Azione i segnali non sono positivi. Al contrario, Calenda twitta che il loro capolista nel Nord-Est sarà Mario Raffaelli, presentato con una locandina elettorale – con il solo simbolo di Azione – sui social. Segnali di fumo in vista di una riapertura di trattative? Di fatto, Calenda gioca di sponda con Federico Pizzarotti.
Il cortocircuito di Azione con Zambuto
Il Presidente di +Europa non manda giù l’accordo con i renziani e si appella a Bonino con un messaggio subito retwittato da Calenda: “Cara Emma Bonino, questa storia sta diventando un gioco delle tre carte. Salvatore Cuffaro non candidato, ma suo genero Marco Zambuto sì? Se la notizia riportata da Repubblica fosse confermata, e cioè che la Nuova DC candiderebbe Zambuto nella lista Stati Uniti d’Europa per conto di Italia Viva, non sarebbe un problema di Matteo Renzi, ma di +Europa!”. L’ex sindaco di Agrigento, Marco Zambuto, diventa “il problema” per Azione e Pizzarotti. Quale sia lo stigma, è difficile capirlo. Indagato per abuso d’ufficio, Zambuto si dimise nel 2014 prima che entrasse in vigore la legge Severino. Nonostante sia stato successivamente assolto, la legge regionale siciliana gli impedì di ricandidarsi allo stesso incarico. A farsene garante furono, con una indignata conferenza stampa garantista in Senato, Carlo Calenda e Enrico Costa. Solo l’anno scorso lo portarono davanti alle telecamere della sala stampa indicandolo come vittima di ingiustizia. A fine marzo lo stesso Zambuto diventa incandidabile.
Bonino, Pizzarotti e cos’è una lista di scopo
Al punto che Pizzarotti punta i piedi e Twitter torna il ring del terzo polo: “Come più volte anticipato in Direzione, da presidente di +Europa non posso prestarmi a questa farsa lesiva degli interessi del partito e dei suoi elettori. Alle condizioni attuali non posso cofirmare, come da statuto, la proposta di partecipazione elettorale. Fermiamoci, azzeriamo tutto e ripartiamo tenendo alti i nostri principi di onestà, serietà e distanza assoluta da qualsiasi potere criminale”. Emma Bonino s’indispettisce e in un’intervista radiofonica taglia corto: “Se Pizzarotti è così convinto e innamorato di Calenda, vada”. E poi: “Bisognerebbe spiegare a Pizzarotti che una lista di scopo è una lista di scopo, se ancora non ha capito gli posso consigliare di leggere la Treccani”. Situazione grave ma non seria. Lo statuto di +Europa prevede che le decisioni sulle alleanze elettorali vengano prese con la maggioranza qualificata dei due terzi dei membri della Direzione, che sono 31.
I rilevanti della Lista Stati Uniti d’Europa
La componente Energie Nuove, che fa capo a Pizzarotti, ne conta 12: c’è Piercamillo Falasca, il coordinatore della Sardegna Riccardo Lo Monaco, la consigliera pisana Cristina Bibolotti e altri. Sarebbe necessario unire i voti di Energie Nuove alla maggioranza di Riccardo Magi e Benedetto Dalla Vedova. O almeno una parte di quei membri della Direzione che dovranno essere convocati – è l’ipotesi – subito dopo Pasqua. In serata, una nota del partito prova a spegnere le polemiche: “La proposta di Emma Bonino di dare vita ad una lista di scopo ‘Stati Uniti d’Europa’, aperta a tutte le forze che intendano sostenere questa iniziativa, gode dentro gli organi del partito di una maggioranza solidissima”, comunicano fonti di Più Europa. “Lo statuto di +Europa assegna al Segretario la piena rappresentanza politica e legale, compresa la sottoscrizione delle liste. Qualora servissero maggioranze qualificate ci sarebbero anche quelle”, si sottolinea. “L’auspicio, naturalmente, è che si plachino le polemiche e le incomprensioni e si possa arrivare ad una decisione unanime a sostegno della Lista Stati Uniti d’Europa. Dove non arriveranno le parole, potranno i numeri: in due diversi rilevamenti – da ultimo quello di Euromedia Resarch, ieri – la lista congiunta di Italia Viva, +Europa, Psi, Radicali Italiani, Libdem e Volt ha già il 5,7% ancora prima di aver reso nota la lista dei candidati, che si annunciano di grande richiamo.
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