Fine corsa per Carlo Calenda. A due mesi dall’inizio del suo mandato, il leader di Azione lascia il suo scranno di consigliere capitolino. Ma la scelta non è improvvisa. Già in campagna elettorale durante la corsa al Campidoglio, Calenda aveva anticipato che se non fosse diventato sindaco di Roma avrebbe lasciato il posto di consigliere, vista la difficoltà di coniugare l’impegno di europarlamentare e leader di partito con il ruolo in Comune. Difficoltà confermata anche dalle partecipazioni ai lavori dell’Assemblea: Calenda ha infatti all’attivo tre presenze su nove sedute in Aula Giulio Cesare.

La palla passa ora a Francesco Carpano, giovane coordinatore del programma del programma elettorale. “Come previsto e dichiarato agli elettori prima del voto, la presenza in Consiglio Comunale è incompatibile con il lavoro di europarlamentare e leader di partito. Rimanere per ragioni simboliche è assurdo – ha detto Calenda a Radio Capital – Lascerò spazio a Francesco Carpano che ha coordinato il programma della nostra lista”.

Il leader di Azione pone fiducia nel 28enne laureato in Scienze Politiche alla LUISS. “Francesco è un giovane preparatissimo e molto motivato – aggiunge – che non vede l’ora di dedicare il 100% del suo tempo al lavoro in Consiglio e in particolare ai temi dei rifiuti e dei trasporti che segue da quasi due anni. Dunque largo a lui”.

Nell’intervista a Radio Capital, Calenda ha rivelato di essere rimasto stupito dal modo di lavorare in consiglio comunale. “C’è stata un’alzata di scudi, io ho provato un po’ a stare in consiglio comunale però non riesco a fare un lavoro serio perchè non e’ compatibile con il fare anche l’eurodeputato. E’ organizzato in modo assurdo, ti avvertono delle riunioni con un giorno di anticipo. Ci sono andato, ho fatto le prime votazioni, ma è un casino che nella mia vita non ho mai sperimentato. La prima volta che sono andato all’orario prestabilito eravamo in 4”, sibila il leader di Azione.

Calenda ha poi criticato il piano di pulizia straordinaria della città promosso dal sindaco Roberto Gualtieri: “La promessa è stata sbagliata: nessuno può ripulire Roma in due mesi. Non mi sento di giudicare Gualtieri sul risultato perché ci vuole tempo, ma ha detto una stupidata. Non sei Mandrake”, ha ironizzato su Radio Capital, aggiungendo che “se noi non facciamo un termovalorizzatore e non rimettiamo gli spazzini di quartiere possiamo pure fare una pulizia straordinaria ma alla fine quello che ti succede è che ti si risporca la città”.

Dopo il risultato positivo alle urne, il leader di Azione ha fatto una parziale marcia indietro, nel tentativo di non deludere le aspettative dei suoi elettori. Ma non sono mancati i momenti di polemica. Alla seduta inaugurale della nuova consiliatura, Calenda si è fatto notare per un ‘incidente’ nello spazio esterno della buvette dell’Aula Giulio Cesare, fumando una sigaretta in compagnia di alcuni cronisti, contravvenendo al divieto di fumo. Ne sono seguite polemiche ma nessuna sanzione, visto che l’Aula non ha giurisdizione su quello spazio.

Redazione

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