Lo Ius Scholae a sorpresa è diventato l’argomento centrale dell’estate. Tutto grazie allo slancio di una Forza Italia guidata da Antonio Tajani, e a distanza da Marina e Pier Silvio Berlusconi, che ha cercato di imporre il tema nella maggioranza di governo, prendendo le distanze da Lega e Fratelli d’Italia. Il ministro degli Esteri ha battuto forte sul tema della cittadinanza italiana, trovando una risposta di generale apertura dalle opposizioni. Ma c’è chi ha raccolto la sfida di Forza Italia, contrattaccando. Come Azione, il partito di Carlo Calenda, che ha annunciato un emendamento sullo Ius Scholae su cui far convergere le discussioni sia di FI sia degli altri partiti di opposizione. Un modo per vedere se quello di Tajani e compagnia sia solo un bluff.

Calenda vede il bluff di Forza Italia sullo Ius Scholae e presenta emendamento: “Basta rumore”

Con un post sui social, Calenda ha infatti reso nota l’iniziativa di Azione: “Questo il testo dell’emendamento sullo Ius Scholae che abbiamo annunciato. Invitiamo tutte le forze politiche a considerarlo senza pregiudizi e pensando ai ragazzi che vogliono essere italiani e che studiano nelle nostre scuole. Basta rumore. Vediamo chi ci sta”.

L’emendamento di Azione sullo Ius Scholae

Il partito di Calenda ha precisato cosa prevede l’iniziativa: “Azione presenterà un emendamento sullo ius scholae al disegno di legge in materia di sicurezza (AC 1660-A), che all’articolo 9 già reca una norma di modifica della legge 91/92 in materia di cittadinanza degli stranieri, e che l’aula della Camera inizierà a discutere il prossimo 10 settembre”. “Si tratta della traduzione normativa della proposta avanzata, ma non ancora formalizzata, da Forza Italia”, hanno aggiunto da Azione. “Il termine per la presentazione degli emendamenti è il prossimo 9 settembre, quindi c’è tempo e modo per raccogliere, a partire ovviamente da Forza Italia, suggerimenti di modifiche e integrazioni e per approfondirne tecnicamente la formulazione normativa, fermo restando il contenuto della proposta, cioè il riconoscimento della cittadinanza ai minori stranieri, che abbiano completato un percorso di studio di 10 anni nel territorio nazionale, fino all’assolvimento dell’obbligo scolastico“, concludono.

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