«La Presidenza del Consiglio, unitamente al Governo hanno seguito fin dall’inizio questo importante progetto per il rilancio del territorio di Taranto. Significative saranno le ricadute occupazionali che la Philip Morris annuncerà nelle prossime settimane». Sono parole del senatore 5 stelle Mario Turco, uno dei 5 parlamentari grillini eletti a Taranto quando ancora volevano chiudere Ilva, e nel frattempo nominato dal premier Conte suo potente Sottosegretario a Palazzo Chigi per la programmazione Economica.

«Nell’ambito delle iniziative programmate nel Cantiere Taranto ho visitato – spiegava il 6 novembre scorso Mario Turco in un comunicato stampa – il nuovo centro digitale di Philip Morris frutto dell’investimento dell’azienda nel territorio jonico. Si tratta di una nuova prospettiva di sviluppo che rafforzerà l’offerta produttiva di Taranto in materia di servizi digitali – aggiungeva l’esponente 5 stelle di Governo – e che potrebbe candidare la città a un progetto più ampio da incardinare nel Contratto istituzionale di sviluppo per Taranto, ovvero la costruzione di un distretto tecnologico del digitale. L’investimento della Philip Morris è un ulteriore tassello di quella riconversione economica di Taranto sulla quale stiamo lavorando anche con il Cis e che ci permetterà di diversificare dal punto di vista produttivo attraendo nuovi investimenti economici privati». Insomma a Taranto chiudiamo Ilva e investiamo sulle sigarette, che non fanno venire i tumori!

Il Sottosegretario Turco infatti, oltre la potente delega al Cipe, si è fatto attribuire anche il Cis di Taranto: il famoso contratto di sviluppo sul quale il governo Renzi dal 2015 ha messo circa 2 miliardi di euro per la città, e che Turco ha passato dal Mise a Palazzo Chigi per gestirne in prima persona risorse e progetti. Non a caso, da quando è stato nominato Sottosegretario, ogni settimana tiene tavoli a porte chiuse a Taranto con Prefetto e con varie istituzioni e lobby del territorio. È sempre Turco che ha portato i cinesi a Taranto, con una concessione per 40 anni al gruppo Ferretti e un con investimento di 34 milioni di fondi pubblici. Quanto alla Philip Morris, come scritto nel comunicato di presentazione, il progetto viene seguito da Marco Hannappel, presidente e ad che ha ricevuto il sottosegretario Mario Turco nella sede realizzata nell’area di insediamento produttivo di Taranto.

«Non è un caso che Philip Morris venga a Taranto» ha dichiarato Turco, «nelle prossime settimane noi avvieremo il percorso di creazione di un distretto digitale con il contributo delle imprese che hanno scelto Taranto per sostenere il loro business. Ringrazio la Philip Morris per le attenzioni e l’investimento e le grandi opportunità occupazionali offerte. È un percorso che abbiamo sostenuto e favorito». Il progetto della Philip Morris è stato presentato il 6 novembre durante un workshop apposito organizzato dal Forum Ambrosetti, che collabora con la multinazionale per l’apertura del Disc a Taranto. Oltre al Sottosegretario Turco e all’ad Marco Hannappel, è intervenuto mezzo governo: Francesco Boccia, Antonio Misiani, Gian Paolo Manzella, Laura Castelli e Giuseppe Provenzano.

Il Philip Morris Disc, centro di assistenza rivolto ai consumatori italiani dei prodotti senza combustione, sarà gestito da un’azienda leader nel ramo dei servizi digitali al consumatore e impiegherà fino a 400 persone a regime nel 2021. In cinque anni, l’investimento complessivo ammonterà a circa 100 milioni di Euro. Il famoso piano b per Taranto, altro non è che un call center di sigarette. È di ieri l’indiscrezione svelata da Milano Finanza per cui dovrebbe essere Il Sottosegretario Turco a guidare il nuovo comitato di sorveglianza sugli investimenti pubblici, che dal 1 gennaio farà la parte dello «sceriffo delle infrastrutture» con il compito di verificare l’avanzamento dei progetti e l’impiego non solo dei 209 miliardi del Recovery Fund, ma di tutti i programmi di spesa pubblica, come chiesto da Bruxelles. Speriamo non si perdano tutti in un call center della Philip Morris.

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