Il personale sanitario dell’ospedale di Lavagna sapevano che Camilla Canepa, la 18enne morto il 10 giugno 2021 per una trombosi dopo la vaccinazione per il Covid-19, sapeva che aveva fatto una dose di Astrazeneca. La circostanza, riferita dall’Ansa, è emersa dalle audizioni dei medici fatte dai pubblici ministeri Francesca Rombolà e Stefano Puppo insieme al procuratore Francesco Pinto, che indagano sulla morte della studentessa.

Camilla era stata vaccinata il 25 maggio, il 3 giugno successivo si era recata all’ospedale di Lavagna, in provincia di Genova, per una fortissima cefalea e fotosensibilità. La studentessa era stata di messa il giorno successivo a seguito di una tac senza contrasto, nonostante le piastrine fossero in forte discesa. Il 5 giugno, due giorni dopo il breve ricovero, era ritornata nel nosocomio ligure in condizioni ormai disperate per una trombosi. Da Lavagna era stata trasferita al policlinico San Martino di Genova era stata operata alla testa, morendo il 10 giugno.

Quanto spiegato in audizione dai medici fa luce su una vicenda ancora oscura: nella documentazione clinica del primo ricovero all’ospedale di Lavagna non era stato indicato che la giovane avesse ricevuto il vaccino anglo-svedese, anche se erano a conoscenza della somministrazione della prima dose.

Un dettaglio fondamentale: a giugno esistevano delle linee guida per diagnosticare la Vitt, vale a dire quel tipo di reazione avversa al vaccino. Linee guida per diagnosticare la Vitt che prevedevano di procedere con una tac con liquido di contrasto tra gli accertamenti.

Nel secondo accesso all’ospedale di Lavagna, quello del 5 giugno, la vaccinazione della studentessa 18enne sarà invece indicata regolarmente. I genitori di Camilla Canepa avevano sempre chiarito che già al momento del primo accesso in ospedale era stato riferito ai medici della vaccinazione avvenuta il 25 maggio.

Inoltre, scrive ancora l’Ansa, dalle indagini era emerso che Camilla mandò un messaggio sul cellulare a un conoscente dicendo che la stavano trattenendo in ospedale “per il vaccino”.

Al momento però non è chiaro perché la circostanza non sia stata riporta nella cartella clinica: i magistrati invieranno ai consulenti quanto emerso dalle sommarie informazioni dei medici.

 

Avatar photo

Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.