Blitz anticamorra nel Rione Sanità a Napoli dove nella notte tra lunedì e martedì i carabinieri hanno smantellato uno degli ultimi clan presenti nel quartiere del centro di Napoli, dove negli ultimi anni una pressante attività investigativa ha ridimensionato le organizzazioni criminali in lotta tra loro principalmente a colpi di stese (con la morte dell’innocente Genny Cesarano, 17 anni, avvenuta nel 2015).
Nelle prime ore di questa mattina, i carabinieri del Comando Provinciale di Napoli, nell’ambito dell’operazione denominata “Stella nera”, hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip presso il Tribunale di Napoli su richiesta dalla Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 19 persone (18 in carcere e una ai domiciliari) ritenute, a vario titolo, gravemente indiziate di associazione a delinquere di stampo camorristico, associazione dedita al traffico di stupefacenti, estorsioni aggravate dal metodo e dalla finalità mafiosa.
L’attività d’indagine ha permesso di ricostruire i mutamenti verificatisi negli assetti criminali del Rione Sanità di Napoli negli ultimi anni, ricostruendo il ruolo rivestito dal clan Mauro, attivo nella zona cosiddetta dei ‘Miracoli‘ e facente capo al presunto boss Ciro Mauro, 67 anni, soprannominato ‘o milionario.
Il provvedimento cautelare costituisce l’esito di diversi filoni investigativi che hanno già consentito, di recente, di ricostruire l’esistenza di rapporti di contrapposizione armata con altri clan in lotta per il predominio sul quartiere Sanità (clan Vastarella, clan Sequino, clan Savarese), già colpiti da precedenti provvedimenti cautelari.
Grazie alle attività di intercettazione (sia ambientali che telefoniche) e ad altre complesse attività di investigazione, incentrate per lo più su soggetti collegati al nucleo familiare del capo clan ed ai suoi più fidati uomini, è stato ricostruito l’organigramma del clan di una parallela associazione criminale dedita alla distribuzione e imposizione di stupefacenti alle diverse piazze di spaccio del quartiere.
L’attività investigativa, corroborata da dichiarazioni di collaboratori di giustizia di diversa provenienza criminale, ha consentito di ricostruire il sistema di alleanze e le contrapposizioni che hanno contrassegnato la storia della criminalità del quartiere cittadino negli ultimi anni, a far data dalla scarcerazione di Ciro Mauro (avvenuta nel 2013) e sino all’attualità.
Si è fatta luce altresì, nonostante il perdurante clima di omertà e timore di ritorsioni che induce le vittime a non presentare denunzia, su mandanti ed esecutori materiali di vicende di racket, tentate e consumate, in danno di attività imprenditoriali e commerciali con richieste di denaro tra 1.000 e 20.000 euro.
Alla esecuzione del provvedimento ha collaborato anche personale del Commissariato San Carlo Arena che, al pari del Comando Provinciale e dei Carabinieri Napoli- Stella, sotto la direzione della DDA, ha svolto attività investigativa incentrata su episodi di estorsione in danno di attività commerciali del quartiere.
In particolare, il GIP del Tribunale di Napoli, ha disposto la custodia cautelare in carcere nei confronti di 18 persone:
* MAURO CIRO, nato a Napoli il 27/05/1952;
* CHIARO ANTONIO, nato a Napoli il 21.7.94;
* CHIARO ASSUNTA, nata a Napoli il 30/04/1975;
* CHIARO GIUSEPPE, nato a Napoli il 30/06/1985;
* FIORITO CARLO, nato a Napoli il 2.1.97;
* IMPERATORE EMMANUELE, nato a Napoli il 26/02/1978;
* LEONARDO VINCENZO, nato a Napoli il dì 02/09/1996;
* MAURO ALFREDO, di Ciro, nato a Napoli il 26/07/1977;
* MAURO GIOVANNI, di Ciro, nato a Napoli il 24/05/1979;
* PANARO SALVATORE, nato a Napoli il 14/10/1980;
* CRISCUOLO VINCENZO, nato a Napoli il 24/08/1981;
* D’ALESSANDRO SALVATORE, nato a Napoli il 23/10/1976;
* DE MATTEO GUIDO, nato a Napoli il 30/11/1967;
* RICCIO FRANCESCO, nato a Napoli il 25/06/1977;
* SORIANIELLO ANTONIO, nato a Napoli il 09/06/1966;
* TAGLIALATELA GAETANO, nato a Napoli il 18/08/1954;
* VACCA VINCENZO, nato a Napoli il 25/03/1976;
* VESPOLI GIOVANNI, nato a Mugnano di Napoli il 25/10/1977;
Ai domiciliari è finito invece Gennaro Limongello, classe ’72.