Camorra, il killer di Ponticelli: “Antimo Imperatore ucciso per errore”. Le accuse: “Era strafatto da giorni”

Non doveva morire ma chi l’ha ucciso per errore era probabilmente strafatto di droga e ha iniziato a sparare senza rendersi conti di chi avesse davanti. E’ morto così Antimo Imperatore, 55enne incensurato, il Robin Hood del rione Fiat di Ponticelli, l’operaio tuttofare che veniva chiamato da residenti della zona per qualsiasi tipo di lavoretto da fare in casa. A contattarlo spesso anche gli uomini del clan De Micco-De Martino. Antimo ha pagato anche questo purtroppo. Lavorava per poche decine di euro o a volte anche in cambio di un pacchetto di sigarette. Perché lui – hanno ribadito più volte i familiari – aiutava tutti. E la mattina del 2o luglio scorso stava montando una zanzariera nell’abitazione popolare gestita dal clan: pochi mesi fa era abitata da Giovanni Palumbo, detto “il piccione”, arrestato lo scorso aprile insieme al capoclan Marco De Micco.

Chi ha ucciso lui e Carlo Esposito, 29enne vero obiettivo del killer, si è poi costituito dopo poche ore probabilmente anche perché resosi conto di aver ucciso un innocente. L’uomo, Antonio Pipolo, 27 anni, ha confermato agli investigatori che la sua intenzione era quella di uccidere solo Esposito, soprannominato “Kallon” e che l’operaio è stato colpito per errore. L’agguato mortale ha spiegato il killer era stato ordinato dal clan De Micco-De Martino nell’ambito di una faida interna che potrebbe portare alla scissione tra le due famiglie. Una versione sulla quale sono in corso gli accertamenti della Direzione Distrettuale Antimafia. Esposito – secondo il suo killer che ha fatto ritrovare l’arma utilizzata- sarebbe stato ucciso per questioni di natura economica.

Una versione smentita dalla compagna di Esposito, Giusy Uccella (sorella di un altro affiliato al clan, Ciro, in carcere da diversi mesi), e da altri residenti del rione Fiat, secondo cui Esposito è stato ucciso da un drogato in seguito a una serie di litigi avvenuti nei giorni precedenti e riconducibili allo stato di alterazione in cui si trovava sempre più spesso Pipolo. Nei confronti di Pipolo polizia e carabinieri hanno dato esecuzione ad un decreto di fermo emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli in quanto gravemente indiziato di detenzione e porto abusivo di arma da fuoco e di duplice omicidio.