Comunicati erroneamente 45 ricoveri in più in terapia intensiva
Campania, contagi record (4.181): tra Napoli e provincia il 63% dei casi
Nuovo record di contagi in Campania dove nelle ultime 24 ore sono stati registrati 4.181 nuovi contagi, di cui 329 sintomatici. I tamponi processati sono 21.684, 8mila più del giorno precedente (13.801 con 2.971 positivi). I decessi accertati sono 15 per un totale di 739 mentre i guariti sono 397 per un totale 14.386.
Dall’inizio della pandemia i casi totali sono 69.613 così suddivisi: Napoli città (16.273), Napoli provincia (27.919), Avellino (3.508), Benevento (1.128), Caserta (12.709), Salerno (7.482), in fase di verifica (594).
L’ERRORE SUI RICOVERI IN TERAPIA INTENSIVA – Nel bollettino di martedì 3 novembre l’Unità di Crisi della regione Campani aveva comunicato il dato di 227 pazienti in terapia intensiva. Oggi il dato è sceso a 175. Una riduzione di ben 52 pazienti che però viene chiarita dal ministero della Salute (e non dalla Protezione civile regionale). Si tratta infatti di un mero errore: ieri la Regione ha comunicato 45 ricoveri in più in terapia intensiva non corrispondenti al vero.
Ad oggi i pazienti in terapia intensiva sono 175 su 243 posti disponibili; in degenza ordinaria sono ricoverati 1.569 pazienti (+72) su 1.940 posti attivabili.
IL BOLLETTINO DI NAPOLI – Sono 749 i casi di coronavirus registrati a Napoli su 4.493 tamponi processati (di chi 1.892 provenienti dai laboratori privati). A comunicarlo è l’Asl Napoli 1 Centro nel consueto rapporto quotidiano. Nelle ultime 24 ore è stato accertato un decesso e 95 persone guarite.
Più della metà dei nuovi casi di contagio nel capoluogo partenopeo emergono dai laboratori privati (447). Altri 133 dai tamponi eseguiti dalle Usca su contati stretti di positivi; 98 sono invece i positivi emersi dai tamponi richiesti dai medici di base su pazienti con sintomi.
Ad oggi i cittadini napoletani ricoverati in ospedale sono 291 (di cui 27 in terapia intensiva). Quelli in isolamento domiciliare sono 11.946 mentre in isolamento domiciliare fiduciario (contatti diretti non positivi) ci sono 14.506 persone.
DE LUCA CONTRO GOVERNO – In attesa di capire se la Campania verrà confermata nella fascia arancione (QUI IL FOCUS SU COSA SI PUO’ FARE E NON SI PUO’ FARE) dal Ministero della Salute, il governatore Vincenzo De Luca attacca il Governo e l’ultimo Dpcm.
“L’ultimo Dpcm stabilisce il blocco della mobilità dalle 22 alle 5. Sembra francamente che sia una misura più che contro il Covid, contro il randagismo, visto che non interessa il 99 per cento dei cittadini”. Così in una nota De Luca commenta il decreto firmato nella tarda serata di martedì 3 novembre.
Le richieste avanzate dalle Regioni, rappresentate da Stefano Bonaccini (governatore dell’Emilia-Romagna), non sono state accolte dall’Esecutivo. Dure le parole di De Luca che polemizza sul coprifuoco e sull’assenza dei controlli anche durante l’arco della giornata: “La cosa grave è che, nel frattempo, non si decide nulla rispetto alle decine di migliaia di persone che, nei fine settimana, nelle domeniche, si riversano in massa sui lungomari e nei centri storici, senza motivi di lavoro o di salute, e nell’assenza di ogni controllo”.
Messaggio anche alla ministra Lucia Azzolina: “Ci si domanda inoltre, cosa sia cambiato rispetto ai due mesi passati, nel corso dei quali il ministro della Pubblica Istruzione ci ha ripetuto che mai e poi mai si sarebbe chiusa l’attività all’interno delle scuole. Si sono perse settimane preziose e nel frattempo sono aumentati in modo pesante i contagi anche nella fascia 0-18 anni. In più, si prevede per i bambini delle elementari l’obbligo di indossare in classe la mascherina. E’ francamente sconcertante”.
L’intervento dell’Esecutivo è considerato tardivo: “Si trovano nel dpcm anche misure utili e significative. Ma è evidente la linea generale assunta dal Governo: anziché scegliere in modo chiaro la linea della prevenzione del contagio, si sceglie di intervenire dopo che il contagio è esploso. È una linea poco responsabile e soprattutto poco efficace dal punto di vista dei risultati. Con l’aggravante di questo calvario di disposizioni, parziali e a getto continuo, che crea sconcerto fra i cittadini, divisione tra le categorie, tensioni sociali. In più non si è data a tutti i cittadini la percezione della drammaticità della situazione, spingendo tante persone, anche per la mancanza di controlli rigorosi ed efficaci, verso comportamenti di lassismo o di vera e propria irresponsabilità”.
De Luca ricorda le tre richieste avanzata e rimaste inascoltate: “Avevamo chiesto al Governo tre cose precise: misure immediate di ristoro o di detassazione; congedi parentali per le madri lavoratrici dipendenti, con retribuzione piena e bonus baby sitter per le lavoratrici autonomi; misure omogenee e semplici su tutto il territorio nazionale, dato che il contagio è ormai diffuso in tutto il paese. Queste richieste – conclude – non sono state accolte. Si assumerà il Governo la responsabilità sanitaria e sociale conseguente alle sue scelte, sempre ritardate, e sempre parcellizzate”.
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