Emergenza negli ospedali
Campania, la mappa dei posti in terapia intensiva
Lavora senza sosta la task-force regionale, ma la sanità campana affanna ancora. Ha il fiato corto. Si lamentano i medici di famiglia, diventati da un giorno all’altro quasi dei fantasmi per i proprio assistiti. “Non abbiamo ricevuto nessuna protezione individuale a eccezione di mascherine ricevute dalla Fondazione Banco di Napoli e dall’Ordine dei medici”, spiega Luigi Sparano, segretario provinciale dei medici di famiglia. Un sindacato medico, l’Anaao–Assomed, scrive di nuovo al presidente della giunta lamentando la carenza di presidi di protezione individuale, la promiscuità in ospedale di pazienti Covid e No– Covid che rischiano di trasformarsi in “focolai” e la carenza di tamponi.
La leggera flessione dei contagi alimenta le speranze dei cittadini mentre la Regione continua la sua corsa contro il Coronavirus. Nella settimana in cui i tecnici prevedono un picco di contagi, Roberta Santaniello, componente della task-force spiega: “Al momento sono stati attivati a Napoli 154 posti di terapia intensiva che entro fine aprile diventeranno 226”. La pioggia di qualche giorno fa ha fermato il cantiere gestito dal manager Ciro Verdoliva nell’Ospedale del Mare: si sono persi giorni per far asciugare la massicciata di cemento che ospiterà i tre blocchi prefabbricati. I nuovi 48 posti di terapia intensiva dovrebbero essere operativi dal 10 aprile e una settimana dopo altri 24 letti. Il Salernitano oggi dispone di 113 letti di terapia intensiva, il 26 gennaio ne avrà altri 24; Caserta oggi utilizza 33 posti di terapia intensiva a fine aprile ne avrà 57 grazie agli altri 24 in costruzione; Avellino resta sui 45 posti mentre Benevento ne ha dodici.
“Tra le terapie intensive indispensabili per assistere pazienti con una sintomatologia molto grave ne abbiamo alcune riconvertite – spiega Roberta Santaniello – da reparti come le unità di terapia intensiva coronarica”. I ricoverati con sintomi meno gravi sono curati in camere di degenza prima destinate a reparti di infettivologia o pneumologia. “Negli ospedali e nelle case di cura cittadine disponiamo di 458 posti di degenza ordinaria. Nel Salernitano sono 220; 132 nel Casertano – spiega la Santaniello – 34 nella provincia di Benevento e 149 in Irpinia”.
I primi “kit rapidi” per verificare l’eventuale contagio da Coronavirus sono stati utilizzati per i dipendenti delle strutture sanitarie. La prima fornitura è stata di 15mila kit ai quali si è presto aggiunto un lotto di altre 25mila linguette. Che significa kit rapido? “Si preleva una gocciolina di sangue da un dito, come i diabetici verificano il proprio tasso di glicemia. Il campione viene poggiato su una linguetta di carta sensibile al Coronavirus e in cinque minuti si accerta l’eventuale positività.
La persona sintomatica al kit rapido – chiarisce la Santaniello – viene sottoposta al tampone oro faringeo o a un prelievo di sangue per accertare con esami di laboratorio la presenza del Coronavirus”. Sono gli anziani i più colpiti dal Covid e dopo gli ospizi di Fuorigrotta, Sant’Anastasia, Sala Consilina e Benevento ieri l’attenzione della task-force è tornata a occuparsi di Ariano Irpino: in un centro per anziani erano presenti 22 persone positive al Coronavirus. La proposta dei dirigenti della “Santa Maria della Pietà” di Casoria di utilizzare i 115 posti letto convenzionati per pazienti Covid è all’attenzione di Antonio D’Amore, manager dell’Asl Napoli 2 Nord.
Alle proteste per la carenza di mascherine risponde la Santaniello: “Ne abbiamo ricevute dalla Protezione Civile, dalla Soresa e una parte ci è stata consegnata dalle forze dell’ordine dopo i sequestri. Le abbiamo consegnate – chiarisce la dirigente – ai manager che provvedono alla loro distribuzione. La Protezione Civile ci ha dato 222mila mascherine chirurgiche, 90.530 del tipo ffp2, 11.953 del tipo ffp3. La Soresa 288mila chirurgiche a quattro strati con visiera, 60mila chirurgiche a quattro strati, 72mila chirurgiche a tre strati, 4860 del tipo ffp2. Abbiamo consegnato ad aziende sanitarie 10mila mascherine delle 170mila chirurgiche ottenute dopo sequestri”. Nessuna notizia , invece, su calzari, guanti e tute protettive necessari per gli operatori sanitari.
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