Il nodo candidatura
Campo largo già in panne in Liguria, il M5s candida Pirondini contro Orlando del Pd: “È tempo di esprimere un nome, no a Renzi”
Via al campo largo. Anzi, no. Anzi, sì. Anzi, non lo so. La strada verso una coalizione unitaria di centrosinistra sembra ancora lunga. I dissidi tra le diverse forze di opposizione continuano, come confermato dalla vicenda Liguria. Il nodo è la candidatura per le prossime elezioni regionali per il post Giovanni Toti. Il nome del campo progressista, su cui da ormai settimane – se non mesi – si sta lavorando è quello di Andrea Orlando, ex ministro del Pd. Ma da qualche giorno è spuntato quello del senatore del Movimento 5 Stelle Luca Pirondini che oggi, intervistato da Repubblica, conferma la sua discesa in campo.
Campo largo già in panne in Liguria, il M5s candida Pirondini contro Orlando del Pd
Pirondini piazza così il suo nome per la corsa al palazzo in piazza De Ferrari anche se fa due premesse. La prima è che non si tratta di mosse tattiche: “La mia candidatura è reale. E non è fatta dal M5s per prenotare posizioni nella prossima giunta o alzare la posta, come qualcuno dice”. Una premessa non richiesta che probabilmente conferma il motivo della mossa del M5s. Per il senatore è comunque “un segnale di assunzione di responsabilità del Movimento nei confronti del territorio, un atto legittimo di una forza politica importante”. La seconda premessa che fa Pirondini è ancor più significativa: la sua “non è una candidatura contro Orlando e contro il campo largo”. E qui delle due l’una: o il M5s va da solo e quindi Pirondini candidato non preclude Orlando ma il campo largo sì, oppure i pentastellati vogliono sfidare Orlando come candidato all’interno del campo largo. “In Emilia c’è un candidato Pd, alle recenti comunali si sono fatti certi percorsi, ora è tempo anche per noi di esprimere un nome”, dice un deciso Pirondini. Che poi lancia un messaggio, in merito ai possibili danni che la sua discesa in campo possa arrecare al campo largo: “Non c’è ritardo. Non perdiamo alcun vantaggio. È invece fondamentale chiarire prima le cose, per non avere problemi dopo”.
Il M5s candida Pirondini contro Orlando del Pd: “È tempo di esprimere un nome, no a Renzi”
Nella sua intervista, Pirondini va oltre alla sua semplice candidatura e comincia anche a delineare quale potrebbe essere per lui la coalizione ideale in Liguria. Perché, almeno secondo il senatore, non potrà esserci spazio per tutti. “Chi siede nella giunta di centrodestra e nella maggioranza del sindaco Marco Bucci, a Genova, non può stare nel campo largo in Regione Liguria”, dice il pentastellato riferendosi a Matteo Renzi e Italia Viva. Mentre per Carlo Calenda la situazione pare differente: “Con Azione la situazione è totalmente diversa. Il 18 luglio erano in piazza con tutti noi alla manifestazione nazionale che chiedeva le dimissioni al governatore Toti”.
Campo largo già in panne in Liguria, dal Pd si dicono fiduciosi
Così, mentre nel M5s la crisi è aperta tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo, scenario su cui lo stesso Pirondini non si sbilancia (“Sono convinto che l’incontro tra Beppe e Giuseppe sia la nostra forza, perché tiene insieme l’anima iniziale del Movimento e un necessario pragmatismo successivo”), i pentastellati tentano la giocata in Liguria. Nel frattempo il Pd si dice fiducioso in merito a una soluzione che metta d’accordo tutti. Lo è anche Orlando che già gira per la regione praticamente in campagna elettorale, tra domenica e lunedì è stato a Santa Margherita Ligure, Sestri Levante e Levagna. Il nodo è anche cosa farà Italia Viva in regione e a Genova. La pattuglia renziana potrebbe lasciare la giunta Bucci come segnale di una svolta totale a sinistra, una decisione che sarebbe vista di buon occhio ovviamente dal Pd ma anche dagli altri possibili alleati a sinistra. Renzi aveva anticipato di essere pronto a una mossa simile. “D’ora in avanti, se stiamo nel centrosinistra, non potremo più permetterci di stare con il centrodestra da altre parti. Questo deve valere per tutti, vale per tutti, non solo per Italia Viva”, aveva detto l’ex premier pochi giorni fa. Il tempo, però, comincia a stringere.
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