Un nuovo orizzonte culturale
Canada pressato dai dazi di Trump: così ad Ottawa si accende lo spirito europeo

“Mi piacciono i canadesi. / Sono così diversi dagli americani” scriveva in versi Ernest Hemingway. Eppure il solco tra le due facce degli Stati Uniti non è mai stato così profondo.
Il Canada, in fondo, è il riflesso di ciò che l’America è stata: un ritratto autentico di un passato che gli Stati Uniti hanno archiviato all’atto della loro nascita. A cementarne l’armonia nel 1921 fu l’Arco della Pace, edificato al confine tra i due paesi, per commemorare la fine della guerra che nel 1814 vide contrapposti Regno Unito e Stati Uniti, non per la prima volta. Da allora fu la pace, sancita dalle parole scolpite sul monumento: “Figli di una madre comune”, a significare la comune discendenza dalla cara vecchia Inghilterra. Sui cancelli fu inciso un semplice auspicio: “Che questi cancelli non debbano mai essere chiusi”.
La guerra dei dazi
Oggi tutto sembra essere rapidamente mutato per via dell’insistenza con la quale Donald Trump chiede l’annessione del Canada arrivando a definire l’ex Premier Justin Trudeau “governatore” di un fantomatico 51° Stato che ancora oggi è un “Dominio” tra i reami del Commonwealth. I canadesi, di abbandonare Re Carlo III per entrare a far parte degli States, non sembrano averne alcuna intenzione, e al no secco ribadito da Trudeau per mesi si è aggiunto il più chiaro “non faremo mai, in nessuna forma o modo, parte degli Stati Uniti” del neo Premier Mark Carney, ex governatore della Banca Centrale canadese e di quella inglese. Il Canada si trova a dover fronteggiare anche l’attacco commerciale da parte degli Stati Uniti che hanno intrapreso una guerra dei Dazi con i loro vicini e non solo, come sa bene l’Europa, e questa prospettiva di pressione politica da una parte, e commerciale dall’altra, sembra aver riacceso lo spirito europeo dalle parti Ottawa.
Si riaccende lo spirito europeo
I rapporti tra vecchio continente e Canada sono sempre stati saldi e non hanno subito grandi scossoni neanche dopo la Brexit, del resto dal 1970 il Canada partecipa all’Agenzia spaziale europea e questo partenariato potrebbe essere ampliato a ben altri settori partendo dalla difesa. Il primo viaggio ufficiale di Mark Carney è stato, non casualmente, in Europa per incontrare Keir Starmer e Emmanuel Macron, definendo il proprio paese “il più europeo dei paesi non europei”. Messaggio chiaro all’indirizzo di Washington. I colloqui mirano ad implementare i rapporti industriali con l’Europa per la costruzione di nuovi jet e permettere all’Europa di beneficiare degli spazi industriali canadesi. Del resto il Canada è stato un appaltatore degli Stati Uniti per la produzione di munizioni e la costruzione di carri armati, aerei, sistemi di difesa tecnologici e navi militari. Un settore che oggi potrebbe partecipare al riarmo europeo. Diversa la possibilità avanzata nelle ultime ore di un possibile ingresso del Canada nell’Unione che appare difficoltoso sotto tanti punti di vista tra cui il legame con il Regno Unito, ma questo non va ad inficiare il rafforzamento del rapporto con l’Europa e soprattutto con Londra. La pressione politica di Trump sembra aver rafforzato ulteriormente il mai sopito rapporto con la “ex madre patria”, che si trasforma in automatico in una spalla necessaria contro Washington.
Il Canada ripensa se stesso
È evidente che il Canada sta ripensando se stesso nell’ottica di quelli che sono i cambiamenti storici in corso, tanto in chiave geopolitica, quanto economica. Sul piano strategico le mosse canadesi verso l’Europa rafforzano la nuova strategia di Londra, che contrariamente da quanto paventato dagli ambienti europeisti, che di ritornare sulla decisone della Brexit non ha alcuna intenzione, ma ha compreso che i nuovi spazi le permettono di rientrare nei giochi del vecchio continente. Di qui la presenza canadese permette a Starmer di giocare con abilità sulle due sponde dell’Atlantico nel confronto con Trump ma anche di rafforzarsi al tavolo europeo sulla Francia di Macron, che ha nel Dna una certa vocazione egemonica.
Il Canada non sarà mai il 51° Stato degli Usa né il 28° membro dell’Unione Europea, ma è chiaro che da oggi rappresenta un nuovo orizzonte culturale, politico e militare dell’Europa, intesa nel suo significato più ampio e meno ideologico.
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