Politica
Cannabis Light, passa l’emendamento che la rende legale sotto lo 0,5% di thc
Passa l’emendamento al Senato che rende definitivamente legale la ‘Cannabis Light’. “In commissione Bilancio è stato approvato un subemendamento alla Manovra (91.0.2000/7) che riguarda la coltivazione di cannabis sativa L. – ha detto il senatore M5S e membro della commissione agricoltura al Senato, Francesco Mollame – Con questa norma a mia prima firma, andiamo a regolamentare un comparto della produzione agricola caratterizzato da poca chiarezza dovuta ad incertezze normative e giurisprudenziali. Andiamo a integrare la legge 242/2016, dove non si parlava specificamente di vendita. Con questo emendamento, firmato anche da altri colleghi del MoVimento 5 Stelle, andiamo a definire che se una pianta ha un tenore di THC non superiore allo 0,5% non può essere considerata uno stupefacente. La Cannabis Sativa, ricordo, è una pianta dalle qualità straordinarie, da cui si ricavano tessuti, corde, tele per le vele, ma anche farina e olio. Incentivare questo mercato porterà non solo ad un percorso virtuoso di green economy ma darà anche uno slancio all’economia di settore. In Italia ci sono circa 3 mila aziende per un totale di 10 mila dipendenti, in un settore in continua e forte crescita, anche per la richiesta a livello internazionale del cannabidiolo (CBD) usato nella cosmetica e in farmaceutica”.
“Un intervento legislativo opportuno – ha sottolineato la Coldiretti – per non frenare un settore in grande sviluppo in tutto il mondo dopo la sentenza restrittiva emessa a fine maggio dalle Sezioni Unite della Cassazione sui limiti della legge 242 del 2016. Nel pronunciamento della Suprema Corte si sottolineava proprio “la possibilità per il legislatore di intervenire nuovamente sulla materia, nell’esercizio della propria discrezionalità e compiendo mirate scelte valoriali di politica legislativa, cosi da delineare una diversa regolamentazione del settore che coinvolge la commercializzazione dei derivati della cannabis sativa nel rispetto dei principi costituzionali e convenzionali”. Dopo la sentenza in Italia ci fu una stretta sui controlli e molte attività decisero di chiudere i battenti temendo i sequestri predisposti per analisi e accertamenti. Fu un vero e proprio colpo per l’economia del settore.
Per la coltivazione e vendita di piante, fiori e semi a basso contenuto di principio psicotropo (Thc) la Coldiretti infatti stima un giro d’affari potenziale stimato in oltre 40 milioni di euro con un rilevante impatto occupazionale per effetto del coinvolgimento di centinaia di aziende agricole. Non solo fumo, la coltivazione della cannabis in Italia riguarda soprattutto esperienze innovative, con produzioni che vanno dalla ricotta agli eco-mattoni isolanti, dall’olio antinfiammatorio alle bioplastiche, dai cosmetici all’alimentare. Tante sono infatti le varianti della canapa nel piatto, dai biscotti e dai taralli al pane di canapa, dalla farina di canapa all’olio, ma c’è anche chi usa la canapa per produrre ricotta, tofu e una gustosa bevanda vegana, oltre che la birra. Dalla canapa si ricavano oli usati per la cosmetica, resine e tessuti naturali ottimi sia per l’abbigliamento, poiché tengono fresco d’estate e caldo d’inverno, sia per l’arredamento, grazie alla grande resistenza di questo tipo di fibra. Se c’è chi ha utilizzato la canapa per produrre veri e propri eco-mattoni da utilizzare nella bioedilizia per assicurare capacità isolante sia dal caldo che dal freddo, non manca il pellet di canapa per il riscaldamento che assicura una combustione pulita.
“Si tratta in realtà – rileva la Coldiretti – di un ritorno per una coltivazione che fino agli anni ‘40 era più che familiare in Italia, tanto che il Belpaese con quasi 100mila ettari era il secondo maggior produttore di canapa al mondo (dietro soltanto all’Unione Sovietica). Il declino – conclude la Coldiretti – è arrivato per la progressiva industrializzazione e l’avvento del ‘boom economico’ che ha imposto sul mercato le fibre sintetiche, ma anche dalla campagna internazionale contro gli stupefacenti che ha gettato un ombra su questa pianta”.
Una vittoria anche per Luca Marola, fondatore di Easyjoint ed inventore della cannabis light. “Dopo due anni e mezzo di lotta pare arrivi il riconoscimento della bontà delle nostre motivazioni – ha detto – Abbiamo smascherato la follia del proibizionismo, creato dal nulla una filiera agricola e commerciale non immaginabili solo 2 anni fa, siamo riusciti a far correggere la legge sulla canapa e sugli stupefacenti negli aspetti più controversi. Ma quanti morti e feriti sono caduti… Un pensiero va alle decine di imprese agricole e commerciali che,a causa della follia proibizionista politica e giudiziaria, sono state costrette a chiudere ed un ringraziamento va ai 6 senatori dei tre gruppi di maggioranza che ci hanno creduto fino in fondo,a tutti i senatori che l’hanno approvato ed al governo. L’attività a favore di una regolamentazione complessiva della cannabis continua. Oggi l’Italia è un Paese migliore e più moderno, connesso con i grandi cambiamenti globali sulla cannabis in corso”.
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