Cannes: Viola Davis, Marion Cotillard e Kyle Minogue danno una scossa al Festival

I primi due giorni al 75esimo Festival di Cannes sono stati dedicati alla crisi dell’uomo, alla sua fragilità, al suo mettersi in discussione anche nei personaggi invincibili sulla carta, come il Maverick di Tom Cruise alla sua seconda occasione. Iniziato questo percorso, il terzo giorno apre la strada invece ad una virata di protagoniste che si preparano a invadere ogni area della rassegna, dal red carpet ufficiale agli eventi collaterali, nonostante la quota di registe in concorso, sia di tre, Kelly Reichardt, Valeria Bruni Tedeschi e Claire Denis su 18 in totale.

Da molti anni a Cannes si distingue il Women in Motion della fondazione Kering, nato con l’intento di mettere in evidenza il contributo che le donne danno all’industria cinematografica. A ricevere il premio della fondazione e raccontarsi in un incontro moderato dalla rivista Variety, la premio Oscar Viola Davis, attrice afro-americana, attivista, sognatrice ed ora anche autrice di una biografia dal titolo Finding Me. Ha incantato lei la stampa con il suo resoconto schietto e sincero di come stanno le cose ad Hollywood in quanto a inclusione, parità e discriminazione. “Ho iniziato a scrivere il libro durante la pandemia, poiché ero caduta in una profonda crisi esistenziale” ha raccontato alla giornalista Elizabeth Wagmeister. “È arrivato il movimento Black Lives Matter, il Covid, la comunità Lgbtq+ ha intensificato la lotta per i propri diritti e ci sono state le nuove elezioni presidenziali. All’improvviso dunque, ho cominciato a guardare il mio vicino in maniera differente ed anche alle mie controparti bianche in maniera più “woke”, a dire consapevole e politicamente corretta. Durante una crisi, l’unica cosa da fare è premere il pulsante reset e ricominciare e io l’ho fatto con la mia biografia”.

C’è chi ricorda ancora il suo discorso agli Oscar perché Viola Davis, con la sua storia di riscatto da un’infanzia di sofferenza e povertà, è sempre stata simbolo di speranza per la comunità afro-americana. Colpisce il suo racconto di come un regista, una volta, la chiamò ripetutamente Louise, nome che la Davis scoprì essere quella della sua governante. “Quando sono stata discriminata su una serie di progetti che non nominerò mi sono arrabbiata e mi si è spezzato il cuore. A causa di tutto questo, e del fatto che le opportunità per le persone afroamericane sono ancora limitate, ho fondato la Juvie Productions con mio marito per poter trovare il materiale giusto da produrre e diffonderlo il più possibile.” A proposito di attrici-produttrici, a Cannes è già arrivata un’altra premio Oscar, orgoglio di Francia, Marion Cotillard, protagonista del nuovo film di Arnaud Desplechin, Frére et Soeur, in programma oggi all’interno del concorso ufficiale. L’attrice di La Vie en rose e Un sapore di ruggine e ossa, è pronta per lanciare, insieme ai suoi soci, Cyril Dion e Magali Payen, la sua nuova casa di produzione cinematografica, Newtopia, le cui promesse e obiettivi possono essere sintetizzati con una frase: “Per creare un Nuovo Mondo, incominciamo ad immaginarlo!”.

Fuori dal mondo del cinema ma pienamente in linea con il glamour e l’energia femminile a Cannes, ha chiuso la terza giornata la popstar australiana Kylie Minogue, ospite insieme alla DJ Peggy Gou di un incontro organizzato da Magnum, nota marca di gelati che sulla Croisette la fa ogni anno da padrone in quanto a party e ospiti di richiamo. Che cos’è il piacere? è stato chiesto alla star, richiamando il pay off del brand: “Il piacere migliore è quello inaspettato – risponde. I momenti più piccoli sono i migliori, soprattutto dopo gli ultimi due anni siamo tutti diventati più bravi ad apprezzarli. Aprire cuore e mente per trovare il piacere in tutti posti possibili”. Ad un festival che ancora deve farne di passi per raggiungere i livelli di rappresentazione e inclusione che altre rassegne cinematografiche stanno da tempo valorizzando, Kylie Minogue è icona per un pubblico vastissimo: “Adoro che la demografica dei miei fan sia così democratica, nei miei show c’è qualcosa per tutti. Ho fan dai 16 ai 60 anni e sono ragazzi, ragazze, drag queen, persone trans, chiunque. L’energia del pubblico mi spinge a continuare e la uso come carburante”.